Minori a rischio povertà: in Toscana sono in aumento

Presentata la seconda edizione del Rapporto curato dal gruppo CRC "I dati regione per regione 2021" a distanza esatta di tre anni dalla prima

Bambini nel parco (foto di archivio)

Bambini nel parco (foto di archivio)

Firenze, 22 febbraio 2022- Presentata oggi la seconda edizione del Rapporto curato dal gruppo Crc (Gruppo di Lavoro per la Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza)  "I dati regione per regione 2021" a distanza esatta di tre anni dalla prima.

La pubblicazione affianca l'analisi nazionale sviluppata nel Rapporto annuale di monitoraggio al fine di offrire una fotografia regionale attraverso una serie di indicatori e utili spunti per ulteriori approfondimenti. In particolare, l'obiettivo è quello di sensibilizzare le istituzioni pubbliche circa la necessità di una raccolta puntuale, sistematica e disaggregata di informazioni necessarie a programmare interventi efficaci e sostenibili per bambini, adolescenti e le loro famiglie. La pubblicazione è organizzata in 20 schede regionali che offrono dati sintetici e comparabili relativi alle aree tematiche.

In particolare, sono presenti nel Rapporto alcuni dati inediti, forniti da vari enti appositamente ai fini della stesura dello stesso: tra questi, ad esempio, i dati sulle persone di minore età a rischio povertà o esclusione, sulla povertà abitativa, sulle attività culturali, lo sport e la povertà alimentare, i dati relativi alla scuola dell'infanzia e alla sicurezza nelle scuole, i dati sui minorenni vittime di abusi.

In Toscana la percentuale di minori in povertà relativa è del 15%, inferiore di 5,4 punti rispetto alla media nazionale ma con una tendenza in aumento di 4 punti rispetto al precedente rapporto.

La percentuale di minori che vive in abitazioni prive di alcuni servizi e con problemi strutturali è del 9,9%, quota inferiore di 2,9 rispetto alla media nazionale, mentre la percentuale di minori che vivono in sovraffollamento abitativo è del 46.7%, superiore di 5,1 punti rispetto alla media. In relazione alla povertà educativa digitale, la percentuale di minori tra 6 e 17 anni che non utilizzano Internet è del 13,9%, inferiore di 1,8 rispetto alla media nazionale.

La percentuale dei minori che non consuma un pasto proteico al giorno è dell'1,7%, inferiore di 1,1 rispetto alla media nazionale.In relazione alla povertà educativa digitale, la percentuale di minori tra 6 e 17 anni che non utilizzano Internet è del 13,9%, inferiore di 1,8 rispetto alla media nazionale.In relazione alla povertà educativa digitale, la percentuale di minori tra 6 e 17 anni che non utilizzano Internet è del 13,9%, inferiore di 1,8 rispetto alla media nazionale. 

Dai dati demografici della regione Toscana le persone di minore età risultano 539.256, il 14,7% della popolazione totale della regione contro una media nazionale del 15,7%, tendenza in diminuzione di 0,4 rispetto al precedente rapporto.  Il tasso di natalità (per mille abitanti) è di 6,1, inferiore di 0,7 rispetto alla media nazionale. La speranza di vita alla nascita è di 83 anni (superiore rispetto alla media nazionale di 82 anni).  Le famiglie con 5 o più componenti sono 4,8 su 100, inferiore rispetto alla media italiana di 5,2, mentre i nuclei monogenitoriali sono il 17,5% (in linea con la media italiana).

Sono, attualmente, presenti 25 punti nascita, di cui il 24% con meno di 500 parti l'anno (in linea rispetto alla media nazionale del 24%), con un trend in diminuzione rispetto ai dati riportati nel Rapporto del 2018.  Rispetto alle coperture vaccinali: la copertura per il morbillo è del 95,7%, superiore di 0,5 rispetto alla media nazionale e con una tendenza in aumento rispetto al Rapporto del 2018.

La percentuale di bambini obesi e gravemente obesi è del 6,6%, quota inferiore di 2,8 punti rispetto alla media nazionale e con una tendenza in aumento rispetto al precedente Rapporto. Il tasso di mortalità infantile è del 2,17‰ (media nazionale 2,88‰).

Un dato interessante è quello relativo alla percentuale dei comuni coperti da servizi socioeducativi per la prima infanzia pari all'87,2%, superiore di 27,1 punti rispetto alla media nazionale. Tra i bambini iscritti alla scuola dell'infanzia, l'83,8% è iscritto alla scuola pubblica e il 16,1% alla scuola privata. Gli anticipatari sono il 2,45%, inferiore di 1,76 rispetto alla media nazionale.

La percentuale di alunni della scuola primaria che usufruiscono del servizio mensa è dell'85,1%, superiore di ben 28,7 punti rispetto alla media nazionale. Nelle scuole statali sono presenti 16.139 alunni con disabilità, mentre la percentuale di alunni con cittadinanza non italiana presenti sul totale degli ordini è del 14,1%.

La percentuale di persone di 18-24 anni che hanno conseguito la sola licenza media e non sono inserite in un programma di formazione (Early School Leaver) è dell'11,7% (media italiana 13,1%), mentre la percentuale di persone di 15-29 anni che non lavorano e non studiano (Neet) è del 17% (media nazionale 23,3%).  Infine, la percentuale edifici in cui è presente il certificato di agibilità è del 49,4%, superiore rispetto alla media italiana del 39%.

In Italia permangono ancora numerose e profonde diseguaglianze regionali nell'accesso e nella qualità dei servizi di salute, dei servizi educativi, e nell'incidenza della povertà, che di fatto significa che le persone di minore età hanno differenti opportunità e diritti a seconda di dove nascono e crescono.

Si tratta di forte discriminazione su base regionale, che ha un forte impatto sulla vita dei bambini, e che rende indispensabile avviare una programmazione strategica in grado di investire con efficacia sull'infanzia e adolescenza - commenta Arianna Saulini, di Save the Children, coordinatrice del Gruppo Crc. "Con questo lavoro le associazioni del Gruppo Crc intendono contribuire e stimolare un processo che porti ad una maggiore conoscenza e consapevolezza della condizioni dell'infanzia nei singoli territori, e conseguentemente superare le disparità che si fanno sempre più acute".  

In particolare aggiunge Donatella Turri, di Caritas Toscana "in Toscana abbiamo un grande patrimonio di osservazione del territorio che può facilitare la programmazione di buone politiche, a questo si unisce un forte radicamento del lavoro di rete, che rende possibile immaginare risposte tempestive, capillari e multidimensionali per il benessere dei bambini e delle bambine. Questo è un ottimo punto di partenza che deve spingere a fare di più e meglio, adesso che l'attualità del Covid 19 ha sottolineato ancora con più evidenza le fragilità dei territori".