Caso Rossi, la verità di Carolina Orlandi. "La sua colpa? Voleva andare dai magistrati"

La figlia della vedova del manager di Mps: "Stanno venendo fuori tante cose nuove. Chi agì quella sera sapeva di poter fare errori"

Caso David Rossi: Carolina Orlandi (a destra)

Caso David Rossi: Carolina Orlandi (a destra)

Siena, 15 gennaio 2022 -  Carolina Orlandi commenta l’ultimo colpo di scena sulla morte di David Rossi, il marito di sua madre: la decisione del presidente della commissione parlamentare Zanettin di affidare una perizia agli esperti del Racis per far luce sulla mail del suicidio, inserendola nell’elenco delle evidenze sulle quali non si è indagato. "Quest’anomalia contenuta nella relazione della polizia postale di Genova non può passare inosservata. Delle due l’una: o le mail sono state create il 7 marzo, o Lorenza Pieraccini e Valentino Fanti hanno detto la verità al processo e l’hanno letta il 4 marzo. Non spetta a me dirlo, ma a chi doveva fare indagini".  

Dall’audizione del colonnello dei carabinieri Pasquale Aglieco c’è stato un diluvio di polemiche e incongruenze. "Aglieco è stata una tesserina di un domino. Stanno venendo fuori tante cose e nuovi testimoni. Gli equilibri stanno cambiando, non so in che termini, ma è evidente che dopo Aglieco in tanti stanno dicendo quello che sanno".  

Cosa pensa sia accaduto? "Dal momento in cui David manifesta l’intenzione di voler parlare con i magistrati, diventa l’anello debole. Penso che siano andate delle persone al Monte dei Paschi per spaventarlo, per convincerlo a non parlare. La situazione poi sarebbe degenerata e quelle persone hanno commesso tanti errori. Però sapevano che potevano farli".  

Come ipotesi è grave. Lei e sua madre volete far riaprire le indagini anche per omicidio? "Il mio obiettivo è sapere cosa è successo quella sera".  

Unendo tutti i puntini e le presunte incongruenze verrebbe fuori un complotto con troppi attori dietro la morte di Rossi. "Non penso sia così complicato. David ha manifestato la sua debolezza, la volontà di spiegare cosa era successo al Monte dei Paschi, alla Fondazione, al Comune. L’ha fatto con la mail al suo capo. Non può essere una coincidenza che due giorni dopo sia volato dalla finestra".  

Quale sarebbe la ’cavolata’ che avrebbe fatto David? "Proprio quella mail scritta a Viola dove ha detto che voleva parlare. Non sappiamo ancora cosa sia accaduto al Monte, perché la banca sia stata così vicina al fallimento. David si è mostrato come colui che poteva essere pericoloso in quel momento".  

Pensa che la commissione d’inchiesta arriverà a questa conclusione? "Sono diventata più concreta, non provo più tanto entusiasmo. Spero solo che continui a lavorare come sta facendo. Aspettiamo i risultati della maxi perizia, del test con il manichino virtuale e le risposte ai quesiti".  

E’ convinta che Rossi sia caduto dal terzo o dal quarto piano del Monte dei Paschi? "Non sono convinta di nulla, lo devono dire gli esperti. Se ci fosse stata una lite o una colluttazione nell’ufficio di David, penso ci sarebbe stato molto più caos. Aveva le scarpe sbucciate quando è caduto, non era da lui, era sempre così compìto".  

Cosa si aspetta dall’audizione dell’ex presidente Mussari? "Niente. Se avesse voluto dire qualcosa che sapeva, lo avrebbe già fatto. Non sarà una commissione d’inchiesta a smuoverlo delle sue convinzioni. Anche se non l’ho mai conosciuto personalmente".  

E dalle audizioni dei pm? "Che rispondano a un sacco di domande".