Basilio, vaccinato a 103 anni, nel mirino degli odiatori social

In guerra fu internato e deportato, oggi subisce l'invettiva di chi lo giudica "cavia", oppure usurpatore del farmaco, che sarebbe stato meglio destinare a un giovane. Lui non se ne cura: "Di vaccini ne ho avuti tanti, questo è come gli altri"

Basilio Pompei, 103 anni

Basilio Pompei, 103 anni

Dicomano  (Firenze) 8 gennaio 2021 - «Per me non fa nessuna differenza. A 103 anni di vaccini ne ho fatti di tutti i colori e questo non aveva niente di diverso dagli altri. Se poi qualcuno scrive o commenta, io non ho proprio nulla da dire…". A lui, evidentemente, non sembra interessare troppo il dibattito sui social. E non certo perché non sappia cosa sono, i social. La sua testa, a quella invidiabile età, qualsiasi giovane vorrebbe averla. Il fatto è che lui, nel suo secolo abbondante di vita, ne ha passate davvero di tutti i colori. Ex internato militare italiano, deportato dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 e per due anni prigioniero in un campo polacco, Basilio è sempre stato indomito testimone di quegli anni terribili e degli orrori della Guerra nelle scuole del territorio. Ora, alla luce di questo, è evidente che qualche frase sui social non gli faccia né caldo né freddo.

Lui, peraltro , nel dibattito c’è entrato suo malgrado. Basilio si trova nella Rsa San Biagio a Dicomano. Gli è stato somministrato il vaccino anti-covid, come si fa con tutti gli ospiti di queste strutture. A or prima che ad altri. E, visto che si tratta del vaccinato più anziano in Toscana, la notizia ha preso campo in tutti i mezzi di comunicazione. Apriti Cielo! Moralisti da tastiera e sputasentenze telematici H24 si sono scatenati. "Senza pensare - come sottolinea Giampaolo Giannelli, vicecoordinatore provinciale di Forza Italia, che ha voluto evidenziare la vicenda - che se sono a scrivere sui loro bei pc, forse è anche grazie a persone come Basilio, che hanno combattuto per dare loro questa libertà".

«Ho girato tutta l’Europa , ho fatto il militare in un sacco di posti. Di questa storia non ne so niente - dice Basilio con una lucidità invidiabile -. Io ormai sono come una pianta inerte, che non si cura di nulla". Riferendosi al vaccino ricevuto ma, forse, anche ai commentatori di una rete come sempre molto libera ma poco pensata. Tant’è che, se qualcuno ha scritto la propria in senso negativo (‘Sempre negativo e gli fanno il vaccino’; ‘Le cavie servono…’; ‘Facciamo morire i quarantenni e vacciniamo i centenari…’), si è scatenata anche la reazione della fazione opposta: ‘Fate schifo con i vostri commenti’; ‘Non c’è età per continuare a vivere…’; ‘Gli anziani rischiano di più. Punto’. "Basilio è stato fatto oggetto di vergognosi ed intollerabili attacchi da parte dei soliti odiatori della rete - dice ancora Giannelli -. Quello che gli haters non sanno è che c’è un protocollo ben preciso che riguarda l’ordine di effettuazione del vaccino. Per motivi forse non comprensibili da queste persone, ospiti ed operatori presenti nelle Rsa, essendo i soggetti più fragili devono ovviamente essere vaccinati per primi, tutti ed indistintamente. Ben oltre i commenti beceri ed indegni di essere letti in un paese civile, a meno che non si pensi che sia giusto far morire tutti coloro che superano una certa soglia di età".

Basilio Pompei , peraltro, dalle parti della Valdisieve è una vera celebrità. Premiato con la Medaglia d’oro assegnata dal Prefetto di Firenze e con il ‘Ponte Mediceo’, massimo riconoscimento del Comune di Pontassieve, arrivò in macchina - ormai prossimo ai cento - alla cerimonia. Basilio Pompei fu uno dei tanti soldati italiani catturati, rastrellati e deportati nei territori del Terzo Reich nei giorni che seguirono all’annuncio dell’armistizio dell’8 Settembre 1943. Il nome ufficiale che le autorità tedesche davano a questi prigionieri di guerra era "I.M.I., Italienische Militär-Internierte. Pompei è anche l’unico ancora in vita del libro "Diari di guerra e di prigionia", scritto con Elio Materassi ed Antonio Ponzalli. Le sue memorie sono state raccolte in un e-book curato dai ragazzi delle scuole di Pontassieve.