Scuole Umbria e covid, i presidi: "E' un inizio di gennaio molto difficile"

Rita Coccia (presidente umbra dell'associazione nazionale dei dirigenti, illustra la situazione

Rita Coccia

Rita Coccia

Perugia, 10 gennaio 2021 - Hanno riaperto oggi le scuole, tra buchi in organico e studenti a casa perchè positivi o già in quarantena. I presidi, come era immaginabile navigano a vista. Ma la vera resa dei conti sarà martedì e mercoledì. Lo spiega Rita Coccia, presidente regionale dell'associazione nazionale presidi.  "Problemi di contagi tra i ragazzi per il ritorno in classe ci saranno a cominciare da martedì, oggi i dirigenti scolastici sono stati chiamati a fronteggiare le eventuali assenze del personale scolastico. Quella odierna - spiega l'ex dirigente dell'Itis Volta di Perugia - è di fatto una giornata di attesa di quello che accadrà".

Contagi in progress a seconda delle scuole

"Gli studenti per la prima volta dopo oltre due settimane - osserva Coccia - si ritrovano a vivere spazi comuni, ora non resta che vedere cosa accadrà. Personalmente - dice -  ho sempre pensato che la scuola sia un servizio primario e quindi sono sempre a favore della scuola in presenza, ma ovviamente se ci sono le condizioni per tenerla aperta. Mi spiego. Non si può fare il discorso semplicistico dad sì o dad no. A mio avviso sarebbe necessario valutare caso per caso, territorio per territorio: il rischio contagio che si corre in una classe di una scuola di città con 25-30 alunni è diverso da quello che può correre con 12 studenti che si trova in un paese di montagna. Ma l'errore più grande - tiene a precisare Coccia - è pensare di tornare alla scuola pre-Covid non appena calano i contagi. Quel sistema scolastico non esiste più e bisogna prenderne atto a tutti i livelli".

Ripensare i trasporti e la tecnologia

"Bisogna ad esempio ripensare il sistema dei trasporti scolatici, occorre creare impianti di areazione degli istituti, immaginare organici scolastici che possano sopperire alle assenze dei docenti e del personale Ata. E poi dotare tutte le scuole di sistemi informatici che possano permettere di immaginare la didattica a distanza non come un ripiego per gestire l'emergenza, ma come un'integrazione alla normale didattica in presenza. Questi due anni di pandemia ci hanno detto che è giunto il momento di ripensare il modello scuola".  Infine  una considerazione sui docenti no vax: "Dopo 43 anni di servizio mi sarei attesa una risposta diversa, ma fortunatamente quelli non vaccinati sono davvero molto pochi".

Il caso di Gubbio

Intanto oggi le tre scuole di Gubbio (Gattapone, Mazzatinti e Mastro Giorgio) che avevano chiesto al sindaco di slittare la riapertura, istanza non concessa,  sono rimaste chiuse per ragioni di maltempo. Ma è polemica: sembra che l'emergenza meteo fosse rientrata e che non ci fosse alcuna emergenza meteo. Dunque perché questo giorno di black out?