
Messa
Firenze, 7 marzo 2020 - Nonostante non siamo in estate e il tempo non lo permetterebbe, ai tempi del Coronavirus accade anche questo: di celebrare una messa all’aperto. È quello che accadrà dai Salesiani di via Gioberti, per la messa delle ore 10,30 domani, domenica 8 marzo.
Sarà celebrata all’aperto nel cortile dell’oratorio, di fianco alla chiesa, ed è la messa più frequentata, perchè quella dei ragazzi del catechismo. “I parroci – fanno sapere dalla diocesi - in generale daranno disposizione di sedersi a distanza nelle panche e diranno ai fedeli di avvicinarsi per ricevere la comunione mantenendo la distanza di un metro. Stesso accorgimento da tenere anche per uscire dalla chiesa”. La regola è massima sicurezza per le celebrazioni: “In alcune chiese – fa sapere la diocesi fiorentina - con l’aiuto dei volontari si disinfettano le panche dopo ogni celebrazione, e qualcuno ha anche eliminato i foglietti della messa”. Al momento “nessuna notizia di matrimoni rimandati”, anche perché di solito i futuri sposi scelgono maggio o comunque la bella stagione per convolare a nozze. Cosa diversa per quanto riguarda il catechismo.
“Siamo in una situazione straordinaria – spiega Don Daniele Centorbi, della parrocchia di San Jacopo in Polverosa - che necessita della responsabilità di tutti, e la fede aiuta a vivere questo momento. Da parte nostra ci stiamo muovendo per attuare quelle misure che lo Stato e la Cei e i Vescovi toscani ci hanno indicato. Il catechismo è sospeso. Avevamo una settimana comunitaria con i giovani della parrocchia, che non si farà, ma le animatrici hanno scritto un vademecum per vivere positivamente questo soggiorno forzato in casa, cercando di sfruttare questo tempo in materia diversa. Abbiamo poi riscoperto una tradizione antica che vivevano i nostri nonni, e abbiamo detto ai fedeli di collegarsi con la preghiera dell’Angelus che si tiene in chiesa: chi non può essere presente, ogni giorno a mezzogiorno si unisce alla preghiera da casa. Rivolta a tutti coloro che stanno vivendo sulla propria pelle il peso di questo momento, dagli operatori sanitari ai ristoratori: un momento di preghiera che sostiene tutta la comunità parrocchiale e non”. E quanto alle celebrazioni: “È stato bello vedere la gente venire alla messa feriale e alla Via Crucis, tutto nel rispetto delle norme e delle distanze stabilite, per limitare i contatti il più possibile - aggiunge Don Daniele Centorbi -. Abbiamo distanziato i banchi distanziati e fatto delle foto. La comunità cristiana sta reagendo bene, c’è la voglia di essere responsabili trovando forza nella fede. Per il futuro ci stiamo domandando: ci saranno più casi di povertà in parrocchia un domani? Come si fa ad essere solidali e vicini alle persone in questo tempo in cui bisogna essere chiusi in casa? Ma anche su questo ci sono tanti modi per essere presenti. E a chi porta la comunione ai malati, si fa loro qualche telefonata in più durante il giorno, per farli sentire meno soli. Per quanto riguarda le celebrazioni quaresimali, stiamo portando avanti le adorazioni. Solo se la situazione della diffusione del virus dovesse peggiorare e dovessero esserci ulteriori limitazioni - molto più restrittive rispetto a quelle odierne, che speriamo non avvengano - attraverso i canali social potremmo trovare il modo, senza stare a stretto contatto, per vivere un momento di preghiera comunitario”.
Maurizio Costanzo