Covid-19, le storie di chi continua a lavorare. 'Portiamo la pizza a medici e infermieri'

A portarle negli ospedali sono i riders di Runner Pizza

Un operatore di Runner Pizza (foto archivio)

Un operatore di Runner Pizza (foto archivio)

Firenze, 5 aprile 2020 – Ore e ore di lavoro al fianco dei malati, nei reparti, per vincere la battaglia contro il virus. Le giornate di medici e infermieri, soprattutto in questo periodo di emergenza sanitaria, sono segnate da un lavoro durissimo e di immenso valore. Per questo, quando riescono a concedersi anche solo una breve pausa, mangiare la pizza acquista un valore in più.   

A portarle negli ospedali sono i riders di Runner Pizza: “Sicuramente è tutto più complicato in questo periodo, e le norme igieniche sono fondamentali – spiega Tiziano Capitani, amministratore unico di Runner Pizza -. Abbiamo dotato da subito i nostri ragazzi degli strumenti necessari per proteggersi e per proteggere i nostri clienti. Le richieste ci sono, e questo è segno che la gente ha comunque voglia di ‘normalità’, e la pizza a volte po’ rallegrare. La portiamo anche a medici e infermieri, che ce la ordinano a fine turno. Con gli operatori sanitari non abbiamo contato diretto, le consegniamo alle portinerie, pensano poi loro a farle avere ai singoli reparti”.

“Abbiamo strutturato la procedura di sicurezza della consegna in modo tale che i nostri operatori non abbiano contatto con i clienti. Innanzitutto è possibile pagare online sul sito o attraverso l’app, in modo tale che non ci sia scambio di denaro. Poi chiediamo ai nostri clienti di mettere fuori dalla porta una sedia o un banchetto o comunque un appoggio.  Il rider – spiega Capitani - appoggia lì sopra il prodotto, si allontana, poi il cliente lo prende e in tutta sicurezza lo porta via. Il tutto avviene senza contatto, per la garanzia di tutti”. “In questo momento la richiesta si è ampliata, quindi oltre alla pizza ci richiedono spesso anche hamburger, primi piatti, secondi, dolci – aggiunge Capitani -. L’orario di lavoro si è ridotto, perché la gente essendo tutta in casa la sera ordina prima, e dunque il lavoro finisce molto prima. Chiaramente gli ordini medi sono più bassi, perché le situazioni in cui prima ci si ritrovava insieme, come ad esempio una partita da guardare in televisione insieme agli amici, ovviamente oggi non ci sono più. Ora serviamo soprattutto famiglie, quindi due o tre persone per ordine, ricevendo chiamate da tutti, dai ragazzi alle persone anziane”. Negli ospedali abbiamo sempre consegnato – conclude Tiziano Capitani – ma da quando è iniziata quest’emergenza ho notato che ci sono sempre più commenti positivi sul servizio che svolgiamo. Quello della pizza è un momento di relax, di distacco, e da chi sta in un ospedale dalla mattina alla sera, è veramente ben accetto”.

Maurizio Costanzo