Comunità energetiche, nasce quella di Arezzo: la mappa del risparmio

L’assessore all’ambiente Sacchetti: «Verso l’attivazione entro l’anno. Obiettivo ridurre la dipendenza energetica dal sistema elettrico nazionale»

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Arezzo, 28 marzo 2024 – Ar-Cer-S sigla è la siglia che sta per comunità energetiche solidali alimentate da fonte rinnovabile. E’ stata costituita un anno fa ad Arezzo con delibera del Consiglio Comunale ed entro l’anno, dopo una mirata campagna di comunicazione, dovrebbe partire. Si tratta della forma energetica collaborativa e solidale incentrata sul sistema di scambio locale di energia elettrica per favorire lo sviluppo sostenibile e ridurre la dipendenza energetica dal sistema elettrico nazionale. Tradotto, cittadini e società potranno condividere l’energia in esubero prodotta dai pannelli solari, con vantaggi per chi produce che per chi riceve.

Marco Sacchetti, Assessore all’ambiente del Comune, come funziona la Comunità energetica?

«Comporta benefici ambientali, economici e sociali. I primi, derivanti dalla riduzione di Co2, in conseguenza dell’incremento di energia rinnovabile; i secondi, relativi ad autoproduzione e autoconsumo in sito di energia elettrica, con riduzione di costi energetici; i terzi, in quanto le comunità energetiche rinnovabili favoriscono la coesione delle comunità locali e promuovono modelli di inclusione sociale, e sono strumento di contrasto alla povertà. Il Comune ha approvato a febbraio 2023 lo statuto della prima comunità energetica solidale di Arezzo e ne ha definito bozza di statuto e regolamento. Ancora non è nata operativamente ma ci sono i presupposti per farla partire. All’iter burocratico manca l’attivazione dei portali necessari, mentre Aisa impianti sta procedendo con l’installazione dei pannelli solari che metteranno a disposizione gratuita la potenza elettrica di 1 megawatt per soddisfare i bisogni della comunità energetica. Comune, Fondazione Arezzo Comunità, Aisa Impianti e Gestione Ambientale sono insieme per dare vita alle prime comunità energetiche del territorio».

Chi può farne parte?

«Chiunque sia privati cittadini che associazioni no profit o che svolgono attività sociali, parrocchie, è previsto un incentivo per i produttori che elargiscono alla comunità l’esubero della propria produzione elettrica che è superiore a quanto otterrebbero vendendo la stessa energia al Gse gestore del servizio elettrico nazionale. Vantaggio anche per i consumatori che risparmiano in bolletta. Basta avere un contatore e un contratto con qualsiasi gestore e appartenere a un perimetro della cabina primaria di trasformazione di Terna, ad Arezzo ce ne sono 6».

Il risparmio?

«Se il signor Mario ha a casa sua o nel suo capannone pannelli solari e produce energia in esubero e la signora Maria che abita in condominio riceve parte di quell’energia, entrambi ne beneficiano. Il signor Mario per aver aiutato l’ambiente e ricevuto un incentivo più alto che vendendola allo stato, e la signora Maria perché riceverà parte di quell’energia risparmiando in bolletta. Una famiglia media con un contatore da 3 kilowatt potrebbe risparmiare in un anno qualche centinaia di euro».