Omicidio Ciatti. Bissoultanov si è 'costituito' a Girona. "Giudicatemi in Spagna"

Omicidio di Niccolò Ciatti. Liberato dai magistrati di Roma il ceceno Bissoultanov riappare a Girona (Spagna). Ma può tentare di evitare i processi in entrambi gli Stati

Bissoultanov una settimana fa davanti al tribunale di Girona (foto dal sito Elpuntavui.c)

Bissoultanov una settimana fa davanti al tribunale di Girona (foto dal sito Elpuntavui.c)

Firenze, 8 febbraio 2022 -  Rassoul Bissoultanov, il ceceno imputato a Roma per l’omicidio di Niccolò Ciatti, si è costituito in questi giorni ai giudici di Girona, rimettendo in moto il procedimento spagnolo, che era stato sospeso: alla fine di maggio, riparte così il processo, in parallelo a quello italiano. Accanto al suo legale spagnolo, Carles Monguilod, ha pure tenuto una veemente conferenza stampa, in cui il sistema giudiziario italiano è stato definito “fascista” e non competente per il giudizio relativo ai fatti avvenuti a Lloret de Mar nell’agosto del 2017, quando il 21enne di Scandicci non si risvegliò più da un violento calcio alla testa sferrato proprio da Bissoultanov. Bissoultanov, come si apprende leggendo la stampa catalana, ha anche dichiarato di aver firmato documenti "senza avvocato e senza interprete".  

La mossa del ceceno e dei suoi legali ha un obiettivo, forse due. Il primo, e palese, è evitare il processo italiano, iniziato lo scorso 24 gennaio dinanzi alla corte d’assise di piazzale Clodio ma subito stoppato da un’eccezione sollevata dai suoi difensori. E cioè l’incompetenza di Roma su questo procedimento. Istanza che fa leva sull’annullamento della misura cautelare che ha permesso al ceceno di tornare in libertà dopo l’arresto in Germania e la successiva estradizione in Italia. "Un sequestro di persona": così era stato definito in aula dai legali del ceceno il provvedimento ottenuto dal pm Erminio Amelio e firmato dal gup. I giudici della terza sezione romana scioglieranno la riserva alla prossima udienza del 17 marzo. Ma contro l’inammissibilità del Mae (mandato d’arresto internazionale), il 4 maggio deciderà pure la corte di Cassazione, dopo il ricorso della procura. Intanto, però, con il “ritorno” di Bissoultanov in terra iberica, la Spagna ha fissato una nuova udienza del processo per l’omicidio Ciatti. Il 30 maggio via al dibattimento nelle aule di Girona.  

Ma c’è un ma. E questo “ma” potrebbe celare la diabolica strategia dei legali del ceceno. Come è ormai noto a chi ha seguito il caso Ciatti, in Spagna - a differenza dell’Italia - un processo in assenza dell’imputato non si celebra. E Bissoultanov, qualora incassasse una “vittoria” a Roma evitando il giudizio italiano, potrebbe dribblare anche il processo spagnolo facendo perdere le proprie tracce prima della sentenza, prevista il 3 giugno. Un timore più che concreto in casa Ciatti, un nuovo macigno dopo anni di battaglie per una giustizia non ancora arrivata a più di quattro anni di distanza dalla perdita di un figlio e una nuova complicazione lungo quel sentiero. Alla mossa del pool difensivo del lottatore ceceno, replica l’avvocato Agnese Usai, in rappresentanza dei familiari della vittima. "Auspico che i giudici riconoscano la giurisdizione italiana. Diversamente si rimette nelle scelte del Bissoultanov il fatto di farsi processare in Spagna", dice Usai. "Bissoultanov ha avuto tutte le garanzie di legge - aggiunge il legale, rispondendo alle affermazioni fatte dall’imputato in conferenza stampa -, è stato lui a scegliere di non essere presente all’udienza, non ci sono leggi fasciste che glielo hanno impedito. La vittima non è lui, ma la famiglia che ha perso un figlio a calci in faccia".