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Coppia morta nell'aereo caduto: "Sono partiti sabato. Quell'ultimo scherzo con mio padre"

Il dolore di un'intera comunità per la scomparsa del dottor Spini e della moglie, volontari in Africa

Il luogo della tragedia e, nel riquadro, la coppia

Sansepolcro (Arezzo), 11 marzo 2019 - "Abbiamo scherzato con mio padre. Erano gli ultimi momenti insieme, poi è partito e non lo avrei mai più rivisto". Ricorda così, uno dei figli della coppia morta nell'incidente aereo in Etiopia, gli ultimi momenti con i suoi genitori. Che sono partiti sabato per l'Africa. Volontari in diversi Paesi in via di sviluppo, lui presidente di una onlus bergamasca che aiuta l'Africa, facevano frequenti viaggi proprio nei Paesi africani.

Carlo Spini, 75 anni e la moglie Gabriella Viciani dovevano andare in Sudan per inaugurare un ospedale specializzato nella cura del colera. Da Addis Abeba, in Etiopia, avrebbero dovuto volare in Kenya e da qui appunto in Sudan. Ma su quell'aereo dell'Ethiopian Airlines hanno trovato la morte. Il velivolo si è schiantato poco dopo il decollo.

Mentre proseguono le indagini sull'incidente e la Boeing invia una serie di suoi tecnici specializzati sul luogo del disastro, a Sansepolcro, dove abitava, la coppia, la città è in lutto. Due persone ottime, ricordano tutti, che dopo la pensione si erano dedicati anima e corpo all'Africa e alle iniziative benefiche. Lui era un medico dell'ospedale di Sansepolcro, lei una caposala della stessa struttura.

«Questi viaggi erano una routine, il babbo li faceva da 13 anni, la mamma da un po' meno, da quando era andata anche lei in pensione e aveva deciso di accompagnarlo e aiutarlo», racconta uno dei quattro figli della coppia. 

«C'è stato il solito giro di saluti, ieri con chi era in casa qui a Sansepolcro - continua - C'era anche un mio fratello rientrato appena dall'estero dov'era stato per lavoro. Sono partiti dopo pranzo. So che dovevano andare in Sudan per inaugurare un ospedale specializzato nella cura del colera. Lui e gli altri della ong sono molto rigorosi, volevano andare prima dell'apertura della struttura per verificare l'arrivo dei container e che l'allestimento definitivo venisse fatto in modo corretto».

L'Africa era diventata una vera e propria missione di vita per Carlo Spini. Dopo la pensione la sua principale attività era proprio questa. Era anche diventato presidente di Africa Tremila, onlus bergamasca che si occupa proprio di progetti benefici.

«Per mio padre - ricorda ancora Andrea Spini - andare in Africa per seguire questi progetti, che la ong segue molto sul campo, da vicino e lontano dai riflettori, era diventata una cosa normale, una routine. Sentiva proprio l'esigenza di andare giù. Per far capire: l'anno scorso mentre era in Africa è stato male, ha avuto una febbre tifoidea. È guarito dalla malattia ed è tornato in Italia, ma poi due mesi dopo è ripartito ancora. Non avrebbe mai smesso di andare giù e anche mia madre aveva lo stesso sentimento per l'Africa».

"Abbiamo anche scherzato con mio padre Carlo ieri, sabato, prima che con la mamma partissero per l'Africa. 'Laggiù fa caldo, questa volta lo vuoi prendere un cappello adatto?', gli ho detto". Erano gli ultimi momenti in cui padre e figlio stavano insieme. Il figlio Marco ha affidato a Facebook i suoi pensieri. Qui sotto il post.