CLAUDIO CAPANNI
Cronaca

Covid, specializzandi da premiare oppure no? Dipende dalla regione

Il bonus è nel decreto Cura Italia, ma non tutte le Regioni includono gli specializzandi tra i beneficiari

Medici

Firenze, 28 maggio 2020 - Medici specializzandi: eroi da premiare oppure no? Dipende in quale regione hanno lavorato durante la pandemia. Sarà la geografia (politica) a stabilire se anche gli iscritti alle facoltà di Medicina che, per conseguire una specializzazione prestano lavoro negli ospedali universitari o convenzionati, avranno diritto all'indennità-coronavirus: il bonus finanziato con le risorse dal Decreto Cura Italia del 17 marzo per chi ha lavorato nei giorni bui dell'emergenza. Il Governo infatti ha distribuito i fondi alle Regioni che, a loro, volta dovranno girarli nelle tasche dei dipendenti del Sistema Sanitario che hanno lavorato, rischiando di infettarsi con il Covid-19. E qui arriva l'inghippo. Gli specializzandi non sono dipendenti con un contratto subordinato ma "studenti" con un contratto di formazione. Però centinaia di loro hanno lavorato in corsia a fianco dei 'titolari'. Ma hanno diritto al bonus?

Le Regioni (ancora una volta) si sono divise. Alcune, come la Toscana guidata dal governatore Enrico Rossi, hanno tagliato corto: le risorse andranno al personale 'operante', cioè chiunque abbia lavorato nelle strutture sanitarie. Una gratifica in base al profilo di rischio a cui ognuno si è esposto, inclusi i dipendenti delle aziende esterne di pulizia. E, naturalmente, gli specializzandi. Ma nel resto d'Italia non è andata proprio così. La Regione Emilia-Romagna una settimana fa ha dato il suo via libera: dai 600 ai 650 euro di bonus agli specializzandi iscritti agli atenei regionali, impiegati in prima linea durante la pandemia. In Umbria, invece, la situazione resta in bilico per gli oltre 300 specializzandi attivi durante l'emergenza. Il semaforo verde all'indennità ritagliata dagli oltre 3 milioni e mezzo di euro consegnati dal Governo alla Regione, ancora non c'è. E gli specializzandi 24 ore fa hanno lanciato una petizione su Change.org diretta alla governatrice umbra, Donatella Tesei, che ha già superato quota 250 firme.

"Abbiamo condiviso - si legge nel testo - col personale sanitario turni massacranti, riposi mancati e un rischio biologico elevatissimo, la paura di tornare a casa e contagiare i nostri cari". La questione, per loro non sono i soldi. Quel bonus rappresenta qualcosa di più profondo. "Non ci interessavano e non ci interessano i contributi economici ma il riconoscimento morale del nostro lavoro: gli eroi in corsia che tanto acclamavate sono diventati dei fantasmi".

La Regione Lazio si è lasciata convincere. E lo ha fatto proprio dopo una petizione lanciata 20 giorni fa.  Adesso ha deciso di ampliare la platea, includendo tra i destinatari dell'indennità oltre 300 specializzandi che hanno fatto la loro parte nella lotta al virus. La Lombardia invece, con i suoi oltre 86mila casi di positivi al Sars-CoV-2 sta riflettendo sul da farsi. Nei giorni scorsi gli oltre 1600 medici delle scuole di specializzazione di tutte le università lombarde hanno scritto una lettera al governatore Attilio Fontana. L'obiettivo: ottenere il riconoscimento economico.

E nelle altre regioni? La situazione è in ebollizione e potrebbe cambiare da un giorno a un altro. Gli specializzandi intanto hanno lanciato una mobilitazione con raccolta firme su scala nazionale tramite l'associazione 'Chi si cura di te?' che raccoglie studenti di medicina e specializzandi. Domani saranno, davanti a tutti gli ospedali universitari d'Italia. Indosseranno una mascherina bianca con una croce rossa disegnata. E chiederanno di essere trattati al pari dei colleghi medici. Quelli con cui hanno lavorato gomito a gomito durante i giorni neri della pandemia.