Beppe Grillo indagato, sotto la lente contratti pubblicitari. Perquisizioni della Gdf

Si tratta degli accordi stretti con la Moby di Vincenzo Onorato. L'accusa per il fondatore del Movimento Cinque Stelle è traffico di influenze illecite

Beppe Grillo

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Roma, 18 gennaio 2022 - Beppe Grillo è indagato a Milano per traffico di influenze illecite. Sotto la lente della procura sono finiti i contratti pubblicitari sottoscritti dal blog beppegrillo.it con la compagnia di navigazione Moby di Vincenzo Onorato. L'accusa è quella appunto di traffico di influenze illecite. L'inchiesta è diretta dai pm Cristina Roveda sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli. Con Grillo è indagato anche Onorato.

«Sono amici di antica data, da circa 45 anni. È facile quindi che qualcosa possa essere stata equivocata, ma è necessario leggere gli atti»: così l'avvocato Pasquale Martano, difensore di Vincenzo Onorato, parla dell'inchiesta milanese. 

Su Moby, ammessa al concordato preventivo di recente, è in corso un'inchiesta per bancarotta, coordinata dal pm Roberto Fontana, che vede indagati il patron Vincenzo Onorato e il figlio. Da una tranche di questa indagine, e in particolare da una relazione depositata da un consulente tecnico della Procura, è nato il filone per traffico di influenze illecite.

Il fascicolo vede al centro «trasferimenti di denaro» da parte del gruppo Onorato alla società di Grillo che gestisce il sito, la Beppe Grillo srl, per il pagamento di contratti pubblicitari, tra il 2018 e il 2019. L'indagine era partita, tra l'altro, da una relazione tecnica, allegata al concordato preventivo, nella quale si parlava di 200 mila euro versati alla Beppe Grillo srl per un contratto che va dal marzo 2018 al marzo 2020 «volto ad acquisire visibilità pubblicitarie per il proprio brand sul blog» del comico-politico, di 600 mila per due anni per la Casaleggio Associati per «sensibilizzare le istituzioni sul tema dei marittimo» e per «raggiungere una community di riferimento di 1 mln di persone».

Inoltre, di 200 mila euro alla Fondazione Open «sostenitrice» di Matteo Renzi, di 100 mila euro al Comitato Change legato al presidente della Liguria Giovanni Toti, di 90 mila al Partito Democratico, per chiudere con 10 mila euro a Fratelli d'Italia.

E ancora 550mila euro destinati a Roberto Mercuri (non indagato), ex braccio destro dell'ex vicepresidente di Unicredit Fabrizio Palenzona a cui si aggiungono, oltre ai 50 mila euro all'associazione senza fini di lucro «Fino a prova contraria», l'acquisto e la ristrutturazione per 4.5 milioni di una villa in Costa Smeralda per «rappresentanza» aziendale, appartamenti di lusso a Milano «in uso a rappresentanti del Cda», noleggio di jet privato e auto come Aston Martin e Rolls Royce, Mercedes o Maserati Levante. Allo stato, comunque, eccetto Beppe Grillo, gli altri nomi indicati nella relazione non risultano iscritti nel registro degli indagati.

Così si legge nel comunicato della procura: "Vincenzo Onorato ha chiesto a Beppe Grillo una serie di interventi a favore di Moby spa che il leader del Movimento 5 stelle ha veicolato a esponenti politici trasferendo quindi all'armatore le relative risposte.