Almanacco del giorno: 25 settembre 2012, nasce la Giornata mondiale dedicata ai sognatori

Colombo, Galileo, Edison, Einstein, Steve Jobs: geni visionari e sognatori che hanno fatto la storia del mondo. Il World Dream Day invita ciascuno a coltivare e realizzare i propri sogni

Sogni

Sogni

Firenze, 25 settembre 2021 - Per secoli, sognare a occhi aperti è stato considerato un’inutile perdita di tempo. Fantasticare era sinonimo di illudersi, e per questo etichettato come uno stato mentale meno nobile, l’opposto del rimanere concentrati sulla realtà. I distratti, coloro che tra i banchi di scuola, piuttosto che seguire le lezioni alla lavagna, avevano la testa tra le nuvole, venivano sgridati e a volte anche puniti. Eppure, senza la capacità di astrarci consapevolmente dal presente ed evadere dalla realtà, la vita, in certi momenti, risulterebbe noiosa e persino insopportabile. Chi infatti, anche se solo con la mente, è in grado di viaggiare lontano, è capace di prestare ascolto al proprio mondo interiore. In quel momento sta accarezzando i desideri più profondi, sta esplorando nuove possibilità, sta tenendo in vita progetti e speranze che, altrimenti, sarebbero morti per mancanza dell’ossigeno della fantasia. Certo, è difficile farlo capire a chi ci sta intorno: “Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?” si chiedeva giustamente lo scrittore Joseph Conrad.

Oggi l’autore di ‘Cuore di tenebra’ sarebbe contento nel sapere che esiste un giorno, nel mondo, in cui sognare si può, anzi, si deve. È il World Dream Day, che si celebra oggi, come ogni 25 settembre, dal 2012. È nato alla Columbia University, dove una coach esperta di strategie motivazionali, Ozioma Egwuonwu, pensò di dedicare una giornata ai sogni: un’idea che incontrò un consenso talmente smisurato da farlo diventare un appuntamento mondiale. Da nove anni rappresenta l’unica giornata di partecipazione globale con lo scopo di incoraggiare individui, famiglie, imprese e comunità, in ogni angolo della Terra – dalle favelas brasiliane agli eschimesi del Polo Nord, dalle metropoli occidentali ai paesini abbandonati di un qualunque sud - a fantasticare e farsi venire nuove idee. Con una bella premessa: i sogni non devono rimanere sulla carta, o meglio, tra le nuvole: ma diventare realtà. Dunque, quello di oggi è anche, e soprattutto, un evento d’azione. Che chiama ciascuno a fare la differenza, a rendere ciò che si immagina il più possibile concreto, ad agire per ciò che si desidera e si merita, puntando sempre al meglio, per sé stessi e per gli altri.

Pensate cosa sarebbe questo mondo senza i sognatori. Non esisterebbe l’America, se il visionario Colombo non avesse peregrinato di corte in corte, o si fosse deciso a cambiare rotta per timore della ciurma inferocita. Non esisterebbero le magie del calcio di Pelè, che da bambino non poteva comprarsi un pallone, e allora iniziò a giocare con un calzino riempito di stracci e carta.  Non esisterebbe il Cavallino Rampante se Enzo Ferarri non avesse pensato e detto a se stesso: “Se lo puoi sognare, allora lo puoi fare”. Non esisterebbero le sinfonie più belle e famose della storia della musica, se Beethoven non le avesse composte, nonostante fosse diventato sordo, consapevole che la più grande debolezza sta nella rinuncia. Non esisterebbe la lampadina, se Edison avesse dato retta alla sua insegnante che scrisse a sua madre: “Gentile signora, vostro figlio ha lentezza nell’apprendere dovuta ad un ritardo mentale. La preghiamo vivamente di non mandarlo più nella nostra scuola”. La madre del genio dislessico, tra le lacrime, dopo aver richiuso la lettera gli disse: “C’è scritto che tu sei un genio, sei così bravo da non poter stare al livello dei tuoi compagni, e che devo occuparmi io della tua educazione”.

Non esisterebbe ‘Cent’anni di solitudine’ se un giorno, mentre era in viaggio con la moglie e i figli verso Acapulco, Gabriel Garzìa Màrquez  non avesse fermato di colpo la macchina dopo un’improvvisa visione. Se una volta tornato a casa, non avesse avuto la forza di dire alla moglie di occuparsi di tutto quanto, mentre lui avrebbe continuato a scrivere per diciotto lunghi mesi. Se sua moglie, invece di assecondarlo e credere in lui scommettendo sul successo di un libro, lo avrebbe scambiato per pazzo e chiesto il divorzio. Come finì quel sogno? Quando Màrquez uscì dalla stanza aveva in mano 700 pagine: per mandarle tutte alla casa editrice occorrevano 83 pesos: ma loro ne possedevano appena 45, gli ultimi prima del fallimento totale. Non potevano far altro che spedirne solo la metà. Per mandare la restante parte impegnarono la stufa, l’asciugacapelli e persino il frullatore. “Ora ci manca solo che il romanzo sia brutto”, gli disse sua moglie. Era invece uno dei capolavori della letteratura del Novecento, capace, come pochi, di toccare gli aspetti più profondi e complessi dell’animo umano. Destinato a diventare uno dei libri più letti e amati al mondo.

Se qualcuno, per primo, non ci avesse creduto, oggi non avremmo le televisioni e il telefono, la radio e internet, i grattacieli e la cupola “impossibile” del Duomo di Firenze. Michelangelo non avrebbe realizzato il David da un blocco di marmo dove altri avevano gettato via martello e scalpello, e Francesco di Bernardone avrebbe condotto una vita agiata invece di sposare sorella povertà e rendere Assisi la città della pace. Visionari lo sono stati Gandhi come Mandela, Muhammad Alì come Stephen Hawking, solo per citarne alcuni. Hanno cambiato il mondo proprio come un giorno lo cambieranno i ricercatori, che al chiuso dei laboratori, cercano quotidianamente di arrivare a sconfiggere il cancro come altre malattie.

Ma cosa possono mai avere in comune Galileo e Steve Jobs? I visionari, i sognatori come loro - che tanto rassomigliano agli artisti - sono quelli che violano i confini, disposti a oltrepassare le ‘colonne d’Ercole’ dei canoni, delle convenzioni, delle consuetudini. Sono coloro che, nonostante tutto e tutti, decidono di contravvenire, abolire,  infrangere, superare, ricostituire le regole del gioco. Sanno in anticipo dei disastrosi effetti, della disarmonia e dello scompiglio che ogni rivelazione e scoperta determinano. E per il terremoto causato ai dogmi e al sistema precostituito,  mettono persino in conto di essere scambiati per pazzi e di finire nei tribunali. A questo punto, qualsiasi sognatore, una volta preso dall’inquietudine di un’idea, ha due possibilità: crederci fino in fondo e portare avanti quel progetto, che al momento nessun altro vede e su cui nessuno è pronto a scommettere. Oppure rinunciare a incamminarsi, da soli, su una strada ignota e piena di insidie. La giornata di oggi, vuole incoraggiare tutti a trovare la forza di non arrendersi. Come Einstein, che non si accontentò mai delle soluzioni. Come Picasso che si figurò forme nuove e per certi versi incomprensibili. Come Ulisse, che intraprese viaggi che tutti consideravano sconsiderati. Ognuno, nel suo piccolo, è un grande sognatore. C’è chi insegue la luna e chi un lavoro, chi immagina un mondo di pace e chi punta a una casa e una famiglia. In ogni caso, in ogni tempo e in ogni luogo, oggi è il loro giorno. Vietato scoraggiarsi e scambiare i sogni con l’utopia. Perché, come diceva Nelson Mandela: “Un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è mai arreso”.

Nasce oggi

Zucchero (nome d’arte di Adelmo Fornaciari)  nato il 25 settembre 1955 a Roncocesi, Reggio Emilia. Cantautore e musicista, annoverato tra i principali esponenti italiani del blues, è uno degli artisti più noti e apprezzati al mondo. La sua carriera è costellata di successi e prestigiosi riconoscimenti. Ha detto: “Se prendi un compasso, lo metti al centro del mar dei Caraibi e tracci un cerchio, trovi il cuore della musica”.