Aids, la Toscana stanzia un milione e mezzo di euro per formare il personale in ospedale

Le aziende sanitarie hanno due mesi di tempo per presentare i progetti

Test Hiv (foto Ansa)

Test Hiv (foto Ansa)

Firenze, 5 gennaio 2023 - Via libera dalla giunta regionale alla presentazione da parte delle aziende sanitarie dei progetti formativi sull’Aids destinati al personale che opera nei reparti di malattie infettive e beneficiario, per questo, di assegni di studio.

Incubo Hiv e Aids, a Firenze il boom fra donne etero è un'anomalia L’attività di formazione è quella relativa al 2022, slittata per le difficoltà oggettive in cui si sono trovati i reparti durante la pandemia da Covid-19. Reparti di malattie infettive sono presenti in tutte le aziende sanitarie toscane. Le aziende avranno due mesi di tempo per presentare alla Regione i progetti, che dovranno essere poi avviati entro maggio 2023. La giunta, come spiega una nota, ha stanziato un milione e mezzo di euro. Nello specifico, le risorse sono quelle che derivano da una legge nazionale del 1990, la 135, ogni anno rifinanziata dal Ministero e che prevede, tra le altre cose, la corresponsione di un assegno di studio da 2065,83 euro per ciascun dipendente. I corsi sono realizzati dalle Aziende Sanitarie, coinvolgendo sia il personale dirigenziale che quello del comparto. I dati sull'Aids Solo nel 2021, 650mila persone sono morte per cause correlate all'Hiv e 1,5 milioni di persone lo hanno contratto. Lo ha detto l'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) per il World Aids, la Giornata mondiale sull'Aids, precisando che "dovremo raddoppiare i nostri sforzi per evitare lo scenario peggiore di 7,7 milioni di decessi nei prossimi 10 anni, a seguito del rallentamento della risposta di salute pubblica all'Hiv durante la pandemia Covid-19". Il virus dell'immunodeficienza umana (Hiv) prende di mira il sistema immunitario e indebolisce la difesa delle persone contro molte infezioni e alcuni tipi di tumore. Dagli anni ottanta a oggi, ha causato 40,1 milioni di vittime nel mondo. Non esiste una cura definitiva ma il crescente accesso a un'efficace prevenzione, diagnosi e trattamento ha reso negli ultimi anni l'infezione una condizione cronica gestibile, che non impedisce una vita lunga e sana. Tanto che, alla fine del 2021 c'erano circa 38,4 milioni di persone che vivevano con l'Hiv, due terzi delle quali (25,6 milioni) in Africa. Tuttavia, dopo i tanti sforzi compiuti, la risposta globale all'Hiv è in pericolo, precisa l'Oms, perché "negli ultimi anni, i progressi verso gli obiettivi di eradicazione si sono bloccati, le risorse si sono ridotte e di conseguenza milioni di vite sono a rischio, e questi ha permesso all'Hiv di diventare e rimanere una crisi sanitaria globale". La guardia non va abbassata e fare il test è l'unico modo per scoprire rapidamente la presenza del virus dell'Hiv, iniziare la terapia e ridurre la possibilità di trasmissione. La modalità di trasmissione del virus dell'Hiv è cambiata, ora avviene prevalentemente per via sessuale, soprattutto attraverso rapporti eterosessuali, eppure le persone che hanno comportamenti a rischio non fanno pi il test. Molto spesso, chi viene contagiato se ne accorge solo al comparire dei primi sintomi e molte delle persone sieropositive, oggi non sanno di esserlo. Per questo si ribadisce l'importanza di fare il test, per iniziare subito la terapia ed evitare di trasmettere il virus. Maurizio Costanzo