
Da sinistra Andrea Romagnoli, Romano Loli, Marco Ghelardi e Simone Seoli
Firenze, 31 maggio 2021 - Piano piano si sta tornando alla normalità e mentre rullano vie e atterrano gli aeroplani dello scalo dell’Amerigo Vespucci, anche i piccoli velivoli dell’aeroclub Luigi Gori hanno ripreso a decollare sui cieli della Toscana. Si vola e si studia, si insegnano le prime nozioni di aeronautica e si conquista il primo brevetto per volare, che potrà servire, a chi sarà poi interessato, per passare ai corsi superiori e diventare pilota di professione. Insomma, nell’hangar e nei locali dell’aeroclub, subito dietro il terminal di Peretola, ci si innamora del volo, attorniati dal fascino di quegli eroi e di quei pionieri che hanno fatto davvero la storia dell’aviazione.
Cinquanta soci, due istruttori, cinque aerei e una ventina di allievi dai sedici ai sessantacinque anni. Sono i numeri dell’aeroclub fiorentino, che porta avanti una nobile tradizione iniziata un secolo fa. Era infatti il 1927 quando un gruppo di piloti reduci della Prima Guerra Mondiale, utilizzando con alcuni aerei residuati di guerra, decisero di fondare al Campo di Marte, allora sede di esercitazioni dell’esercito e dell’Aeronautica, l’Aeroclub “Luigi Gori”. Fu facile scegliere quel nome, perché voleva dire ricordare l’"Asso di Picche". Era chiamato così Luigi Gori, pioniere del volo, nato a Pontassieve nel 1894 e morto nel 1917, abbattuto durante il primo conflitto mondiale, insignito di quattro medaglie d’argento e una di bronzo al valor militare, con tanto di encomio di Gabriele D’Annunzio che più volte aveva volato insieme al giovane fiorentino.
Una storia che conoscono bene quelli dello staff, formato da Romano Loli, presidente onorario del club, Marco Ghelardi, vice presidente, Arianna Errico responsabile della segretarie e i due istruttori, Andrea Romagnoli e Simone Seoli. Il fascino e il profumo di tanta storia si respirano anche nell’aula delle lezioni, dove è affissa alla parete l’elica che aveva fatto volare l’Asso di Picche.
"E’ stato un anno difficile anche per noi – spiega il vicepresidente Marco Ghelardi –, siamo stati chiusi 160 giorni ma adesso siamo ripartiti con l’attività istituzionale, che per noi vuol dire la scuola di volo e dei voli turistici per i nostri soci. Con la bella stagione speriamo di recuperare un po’ delle ore di volo perse". Agli allievi hanno ripreso infatti le lezioni teoriche, ma finalmente possono anche rimettere le mani sulla clo che e decollare.
"Con noi c’è la possibilità di fare il primo passo per diventare pilota di professione – spiega Andrea Romagnoli, che nella vita il pilota lo fa davvero per una compagnia di linea –, oppure è un’opportunità per chi ama il mondo dell’aviazione e desidera volare solo per diletto". Ma sono molte altre le attività che si svolgono al “Luigi Gori“. Ad esempio, si effettuano lezioni per imparare a guidare i droni, con successivo esame per ottenere la patente di guida. "E’ previsto che l’allievo inizi con un attestato online open a1/a3 di sola formazione teorica – si spiega –. Con questo titolo il pilota può svolgere operazioni ludiche o professionali cosiddette open, lontano da pers one e aree urbane e residenziali".