
L'alluvione del 1966
Firenze, 2 novembre 2019 – È passato oltre mezzo secolo dall’alluvione del ’66, che colpì al cuore la città e il suo immenso patrimonio, costando la vita a diverse vittime, secondo i dati ufficiali della Prefettura, 17 in città e a 18 in provincia. E lunedì 4 novembre, la città ricorderà il tragico evento che la colpì duramente. Le cerimonie del 53° anniversario, che dal 1994 sono organizzate dall’Associazione Firenze Promuove, e dal 2010 anche assieme alla Presidenza del Consiglio comunale di Firenze, quest’anno prevedono numerose cerimonie che inizieranno fin dalla mattina.
Alle 11, presso l’Oratorio Santa Maria delle Grazie di lungarno Diaz 6, la messa presieduta dall’inviato speciale del Cardinale Betori, Mons. Marco Domenico Viola, Vicario Episcopale per la Carità, promossa dall’Associazione Firenze Promuove in memoria delle vittime dell’Alluvione del 1966. Partecipa il Gonfalone del Comune con il presidente del Consiglio comunale Luca Milani. Alle 11,30, corteo dall’Oratorio fino al centro di Ponte alle Grazie aperto dal Gonfalone e con la partecipazione straordinaria dei Volontari della Misericordia.
Alle 11,45, dal centro del Ponte alle Grazie benedizione del fiume Arno, discorsi commemorativi da parte del presidente del Consiglio comunale Luca Milani, del presidente di Firenze Promuove giornalista Franco Mariani, dal Provveditore della Venerabile Misericordia di Firenze Giovangualberto Basetti Sani, e lancio in Arno della corona d’Alloro del Comune in ricordo delle vittime. Alle 14,30 il Consiglio comunale con l’apertura dei lavori dedicati al ricordo delle vittime dell’alluvione, che sarà effettuata dal presidente di Firenze Promuove Franco Mariani, e con l’intervento del Capo dipartimento della protezione civile Angelo Borrelli e del Segretario generale dell’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino settentrionale Massimo Lucchesi. E dalle ore 11 alle 22 ingresso gratuito al museo del Novecento in piazza Santa Maria Novella.
“Il 4 novembre del 1966 è stata davvero una data importante per Firenze. Una data spartiacque tra chi ha vissuto il dramma dell'alluvione – ha ricordato il presidente del Consiglio comunale Luca Milani – e chi, invece, ne ha sentito parlare negli anni seguenti. Il fiume adesso è visto non più come elemento di morte e di distruzione ma come elemento nuovo, di incontro e di vita sociale. Con questo auspicio, nel Consiglio comunale di lunedì prossimo, dalle 14,30 avremo gli interventi del Capo dipartimento della protezione civile Angelo Borrelli e del Segretario generale dell'Autorità di Bacino distrettuale dell'Appennino settentrionale Massimo Lucchesi per fare il punto definitivo sullo stato di avanzamento dei lavori per la messa in sicurezza dell'Arno che, a partire dal 2015, ha visto un nuovo impulso”. “Quest’anno abbiamo deciso di chiamare come ospite speciale alle cerimonie la Venerabile Misericordia di Firenze – ha detto il Presidente di Firenze Promuove, Giornalista Franco Mariani – per ricordare l’attività svolta dai tanti volontari che da tutto il mondo giunsero a Firenze, e chi meglio della Misericordia, con gli oltre suoi 700 anni di vita, può degnamente rappresentare il mondo del Volontariato. Pensiamo solo a quanto oggi la Misericordia fa con i suoi volontari nel distribuire generi alimentari, come durante l’alluvione. a tutte quelle famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese (servizio delle 12 ceste). Ma ancora di più punteremo quest’anno l’attenzione sul fatto che il numero delle vittime non può più essere limitato ai 35 nomi stilati dalla Prefettura, e rimasti nascosti fino al 2006 quando, per la prima volta, detti loro un nome e un cognome raccontando anche come morirono. Gli studi di quest’ultimi anni, condotti assieme al collega Mattia Lattanzi, hanno dimostrato come i numeri non tornano, e i morti furono molti di più. Lo affermò anche il Cardinale Silvano Piovanelli quando intervenne alle cerimonie nel 2011” .
Ma oltre al ricordo, il 4 novembre è anche un giorno che guarda alla rinascita e alla nuova consapevolezza sul fiume. Negli ultimi 20 anni, infatti, sull’Arno sono stati fatti interventi ingenti per renderlo più pulito, più sicuro e vivibile tanto che oggi è l’“unico grande fiume europeo che non riceve più scarichi fognari e industriali”. Lo rende noto Erasmo D’Angelis, dell’associazione culturale Vivi l'Arno presentando la mostra ‘Arno. Sicuro. Pulito. Da vivere’ che aprirà i battenti proprio il 4 novembre alle 12.30 nello spazio espositivo intitolato Carlo Azeglio Ciampi in via de’ Pucci, 16. Tutte le opere realizzate e quelle in corso per la messa in sicurezza del territorio, le tante attività che si svolgono sulle rive del fiume e il rapporto tra l’Arno e i cittadini, sono raccontati attraverso un percorso multimediale “non banale e certamente suggestivo” commenta il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani. L’esposizione offre infatti il “senso e la misura di quello che rappresenta il reticolato dei nostri fiumi” ricorda citando anche il Serchio e l’Ombrone. “Da un punto di vista mediatico - continua - è indubbio che l’alluvione del ‘66 colpì più Firenze che la Toscana ma non dobbiamo dimenticare i morti e la devastazione in tutto il nostro territorio. Nel giorno dell’anniversario ricordiamo e celebriamo quanto è stato fatto, moltissimo, e quanto ancora dobbiamo inserire nella nostra agenda da un punto di vista di interventi a contrasto del dissesto idrogeologico. Le opere a difesa del territorio sono fondamentali, l’uso corretto dei nostri percorsi fluviali sono raccontati in questa esposizione ricca di significati” conclude.
Sul fronte della depurazione delle acque, interviene anche Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel Toscana: “Le nostre aziende sono state molte attive. Solo l’anno scorso sono stati investiti 80milioni di euro per la depurazione civile e per rendere l’Arno più fruibile, è una conquista straordinaria e continuiamo ad investire in tutela e sicurezza”. Ricorda Luca Milani: “Nel corso dell’inaugurazione della mostra che resterà aperta al pubblico fino al 21 novembre, sarà consegnata anche una targa in ricordo del giornalista Rai Marcello Giannini, la ‘voce’ che raccontò le ore drammatiche dell’alluvione del 1966.
Maurizio Costanzo