
Cavour durante il discorso in Parlamento (immagine d'epoca, foto web)
Firenze, 27 marzo 2022 - Era il 27 marzo 1861 quando Camillo Benso, conte di Cavour pronunciò a Palazzo Carignano uno dei suoi più celebri discorsi alla Camera di Torino. “Che la città eterna – disse - sulla quale venticinque secoli hanno accumulato ogni genere di gloria, diventi la splendida capitale del Regno d’Italia”.
Le sue parole esprimevano la ferma convinzione di Roma quale unica, possibile capitale del Regno. “Senza Roma capitale d’Italia – affermò – l’Italia non si può costituire”. Nel corso dell’animato dibattito che precedette la votazione, Cavour intervenne a più riprese: “La questione della Capitale – disse - non si scioglie, o signori, per ragioni né di clima né di topografia, neanche per ragioni strategiche. La scelta della capitale è determinata da grandi ragioni morali”.
Quel giorno il Parlamento a larghissima maggioranza votò per Roma come naturale capitale d’Italia. All’epoca però la città eterna apparteneva ancora allo Stato Pontificio: tema che venne affrontato in quella stessa seduta, nel corso della quale Cavour enunciò il principio di “Libera Chiesa, in libero Stato”. La questione romana venne però risolta solo dieci anni più tardi. Nel 1870 la sconfitta della Francia nella guerra franco-prussiana aprì al governo italiano la strada per Roma. Il 20 settembre di quell’anno le truppe pontificie vennero sopraffatte a Porta Pia, e nel 1871 la capitale venne trasferita da Firenze a Roma.
Nasce oggi
Alfred Victor de Vigny nato il 27 marzo 1797 a Loches. È stato un grande scrittore, poeta e drammaturgo francese. Ha scritto “Che cos’è una grande vita? È un sogno della giovinezza realizzato in età matura”.
Maurizio Costanzo