
I soccorsi (foto web)
Firenze, 14 agosto 2022 - Il Fastnet Race non era una semplice regata d’altura: per l’epoca rappresentava il sogno di ogni marinaio, l’icona delle avventure atlantiche. Alla regata al largo delle coste della Gran Bretagna si iscrissero in tantissimi, i partecipanti erano 350, e accanto agli equipaggi della Admiral’s Cup e ai grandi velisti si erano iscritti anche dilettanti.
Le previsioni meteo avevano dato l’allarme, avvisando l’organizzazione di una forte depressione in arrivo nel nord dell’Atlantico: ma regate di questo tipo si erano tenute, nel corso degli anni, anche con condizioni meteo ben peggiori, perciò si decise di partire lo stesso. I sopravvissuti raccontano che presero il via da Cowes senza incontrare alcuna difficoltà, e senza che nulla lasciasse presagire l’inferno che si sarebbe scatenato da lì a breve. Le imbarcazioni giunsero anche a costeggiare tranquillamente la Cornovaglia, a quel punto però si avvertì nell’aria qualcosa di strano: una fitta nebbia avvolse i velisti, poi scomparve lasciando il posto a un tramonto spaventoso, accesissimo, infuocato. Fu a quel punto che il vento iniziò ad alzarsi e prendere forza.
Alcuni ormeggiarono presso uno scoglio enorme, altri proseguirono in mare aperto. Dopo poco si scatenò il finimondo: una tempesta mai vista, con venti che sferzavano oltre i 130 km/h e mare forza 11. Le imbarcazioni furono colte impreparate e mentre il fracasso del vento fischiava e l’occhio del ciclone alzava onde fino a 11 metri, si ritrovarono a lottare strenuamente contro una delle più terribili tempeste nel mare d’Irlanda. In quella che è passata alla storia come la più grande tragedia della vela, 20 barche furono affondate, 18 persone persero la vita (15 velisti e 3 soccorritori) e 194 furono i ritiri. L’operazione di soccorso passò invece alla storia come la più imponente mai messa in atto in tempo di pace dalla marina britannica, per un totale di ben 4mila persone, e che coinvolse tutta la flotta del servizio navale irlandese e persino gli elicotteri Sea King, creati in origine per fare la guerra ai sommergibili.
La tempesta si placò dopo circa un’ora. Il mare irlandese intanto si era trasformato in un cimitero di barche. Un vecchio proverbio inglese recita: “Tutta l’acqua del mondo, se non penetra all’interno, non sarà mai in grado di affondare una barca”. In tanti invece si fecero prendere dal panico, si gettarono in acqua cercando di raggiungere la riva salendo sulle zattere. Un’operazione che si rivelò fatale. Nasce oggi Giorgio Strehler nato il 14 agosto 1921 a Barcola. Definito da Le Monde “Il più grande regista teatrale del ‘900”, grande innovatore, sostenitore del teatro come servizio pubblico, fondò con Paolo Grassi il Piccolo, teatro stabile che fece da apripista a tutti gli altri che seguirono in Italia. Nel 1983 contribuì alla nascita del Théatre de l'Europe con sede all’Odéon a Parigi, che venne inaugurato con ‘La tempesta’ di Shakespeare.
Maurizio Costanzo