
Viaggi dell’arte: da Perugino a Burri In un dialogo poetico senza tempo
di Sofia Coletti
Un dialogo senza tempo nel segno del colore nero, tra le opere di due dei più grandi artisti umbri, il Perugino e Alberto Burri. Così lontani eppure così vicini. Uniti, a distanza di 500 anni, da sorprendenti assonanze e similitudini, rivelatrici di un’identica sensibilità e dello stesso amore per la materia, lo spazio e l’armonia. Tutta la poesia dell’arte si svela nella mostra, suggestiva, intensa e raffinatissima, ’Nero Perugino Burri’ che Fondazione Perugia, in collaborazione con Fondazione Burri, allestisce a Palazzo Baldeschi, in pieno centro a Perugia, fino al 2 ottobre. Curata dalla storica dell’arte Vittoria Garibaldi e dal presidente della Fondazione Burri Bruno Corà, si inserisce con taglio innovativo nelle celebrazioni per il cinquecentenario della morte del divin pittore. Dopo la grande esposizione sul Perugino della Galleria Nazionale dell’Umbria (vista da oltre 100mila persone), questo nuovo progetto è pronto ad attraversare e caratterizzare l’estate umbra con una ventina di opere dei due maestri, che hanno il comune denominatore del nero, soluzione cromatica suggestiva e peculiare, adottata da entrambi. E per l’occasione sono arrivati a Perugia prestiti da alcuni fra i più importanti musei del mondo, il Louvre di Parigi, gli Uffizi di Firenze, la Galleria Nazionale dell’Umbria, oltre alla Collezione Burri di Città di Castello.
’Nero Perugino Burri’ è nato dalla volontà di valorizzare una piccola tavola del Perugino dal sapore intimo e familiare, la ’Madonna col Bambino e due cherubini’, di proprietà della Fondazione Perugia, realizzata intorno al 1496 su uno sfondo nero. Da qui si è così deciso di indagare l’uso dello sfondo nero in alcune opere dell’artista, tutte di piccolo formato e datate a cavallo tra il XV e il XVI secolo. In dialogo con loro una decina di opere di Burri dove c’è lo stesso interesse per il nero, inteso come buio che permette alla luce di emergere: una grande innovazione per l’epoca del Perugino, uno dei tratti più ricorrenti nell’arte di Burri. Il percorso espositivo si snoda al piano nobile di Palazzo Baldeschi, arricchito da un’atmosfera immersiva e un suggestivo gioco di luci. Le opere dei due artisti "non sono a confronto ma in dialogo" tengono a precisare i due curatori che hanno cercato di esaltare consonanze cromatiche e formali, anche se la mostra lascia volentieri campo libero alle intuizioni del visitatore. "Ognuno – aggiungono – può interpretare liberamente il dialogo tra i due artisti e trovare similitudini e assonanze".
E così il ’Ritratto di Francesco delle Opere’ è affiancato a ’Catrame’, ’Imago pietatis’ è con ’Rosso’, il ’Ritratto di giovinetto’ con ’Ferro E’, la ’Madonna con Bambino tra San Giovanni e Santa Caterina’ con ’Cretto’. C’è pure un video che mette a confronto dettagli e particolari delle opere e un prezioso catalogo di Fabrizio Fabbri Editore. La mostra è aperta dal lunedì al venerdì con orario 15-19.30, sabato e domenica: 10.30-19.30. Info e prenotazioni allo 075.5734760 e su www.fondazioneperugia.itmostre.