
Turismo del Vino, il boom. Dalla Toscana al mondo
L’idea, trent’anni fa, fece storcere il naso a tanti. Sì, d’accordo, la rivoluzione enologica – metanolo a parte – era cominciata e anzi già solida anche in Italia: ma non erano tanti, i vignaioli - anche grandi maison e griffe blasonate – che avevano voglia di aprire cantine e salotti all’invasione dei turisti. Insomma, in cantina si doveva lavorare, e basta. Già: ma intanto i soliti "cugini" francesi e anche i californiani l’idea l’avevano già sposata. E intanto però anche qua da noi per le campagne e per le vigne, vuoi anche per la crescita costante dell’agriturismo, si vedeva sempre più gente con la voglia di mettere il naso, di assaporare, di confrontare, di capire. Winelovers, li avrebbero chiamati un po’ più tardi. Un popolo composito, eterogeneo, tante le donne anche giovani, tanti gli under ma anche gli over.
Idea vincente, quella di Donatella Cinelli Colombini, produttrice a Montalcino, prima con la famiglia – e quanta storia, alla fattoria dei Barbi – e poi in proprio, non solo a Montalcino ma anche sul limitare delle Crete, con l’animo irrequieto e mai sopito dell’invenzione, del movimento, della promozione, del racconto. E difatti, a fine anni Ottanta, con Elisabetta Tognana, era stata già tra le promotrici delle Donne del Vino, lei che di una grande Donna del Vino – Francesca, la "Signora del Brunello" – era figlia: ma non le bastava, c’era da inventare altro.
E nacque il Movimento del Turismo del Vino. La seguirono in tanti, in Toscana: 100 cantine aprirono le porte a questi particolarissimi turisti per la prima volta. Era il 9 maggio del 1993, nel resto d’Italia le cantine "accoglienti" erano sì e no venticinque. Oggi sono 25mila, con un giro d’affari per solo enoturismo che è stimato in 2 miliardi e mezzo di euro grazie a 14, diconsi quattordici milioni di visitatori di ogni età e genere e censo, praticamente da tutte le parti del mondo. Non poteva non fare festa in Toscana, il Movimento Turismo del Vino, per questo significativo compleanno.
E festa è stata, ieri a Firenze nella Sala degli Elementi di Palazzo Vecchio, cornice prestigiosa per applaudire a un successo spalmato in cinque appuntamenti l’anno – tre Cantine Aperte, Calici di Stelle a San Lorenzo e Vigneti Aperti – a sottolineare che "oggi il turismo del vino dura almeno 9 mesi all’anno", ha ricordato l’ideatrice di Cantine Aperte. Che nel frattempo ha lasciato il testimone di leader del Movimento in Toscana alla figlia Violante Gardini Cinelli Colombini: "Il lavoro svolto – dice – è servito a far crescere questo modello anticipando le tendenze e anche per lanciare le novità". E la vicepresidente e assessore all’agricoltura della Regione, Stefania Saccardi, ricorda che "l’enoturismo è legato in modo indissolubile ai nostri prodotti, alla loro tipicità e genuinità e all’unicità del territorio. Questa è la nostra formula e il compito di tutti è di renderla sempre più efficace e attrattiva".