
"Sì, ho ucciso mia madre" Lite per il soldi dell’affitto
"Sì, sono stato io a uccidere mia madre". Patrizio Ruscio, il ragioniere sessantenne ieri mattina ha raccontato, tra le lacrime, ai magistrati com’è avvenuto l’omicidio di Ottavina Maestripieri di 90 anni. "Ho visto il buio, non ho realizzato quello che ho fatto", ha detto l’uomo che, accompagnato dal suo legale, l’avvocato Francesco Stefani, è rimasto per quasi quattro ore nelle stanze della Procura della Repubblica di Pistoia davanti ai pm Linda Gambassi e Leonardo De Gaudio.
Ai magistrati ha detto di essere "evaso" dai domiciliari per dire alla madre che non era riuscito a mettere insieme ottimila euro, la cifra necessaria per pagare l’importo annuale dell’affitto, come stabilito col proprietario. A quelò punto è iniziata un’accesa discussione, perchè la madre ha capito che per lei si sarebbe aperto un altro doloroso capitolo, quello dello sfratto. Il figlio le ha tappato la bocca con violenza. "Ad un certo punto - ha detto l’avvocato Stefani - si è reso conto pochi minuti dopo che evidentemente la mamma non stava bene, ha provato a rianimarla, perché ancora era in vita, senza riuscirci. Ha chiamato allora il 118, che ha ritenuto che la donna fosse morta per cause naturali, ma evidentemente il figlio non se l’è sentita di avallare una verità che non era vera e allora ha detto ‘chiamate le forze dell’ordine’". Per l’avvocato Stefani, il suo assistito "aveva così voluto lanciare il segnale, a chi avrebbe svolto le indagini, che la madre non poteva essere morta di morte naturale, però nei primi giorni non è riuscito a liberarsi di questo peso, l’ha fatto successivamente,
devo dire con dovizia di particolari, raccontando tutto quello che era accaduto".
Il figlio ha detto anche di aver fatto tutto da solo. Del resto su Patrizio Ruscio, unico indagato sulla vicenda, si erano concentrate subito le attenzioni degli investigatori.
Non convincevano le sue dichiarazioni e la spiegazione di quelle ferite al volto, giustificate come aggressione del proprio cane. Invece era stato l’estremo tentativo della madre di liberarsi da quella morsa fatale. A giorni è atteso l’esame del Dna sui reperti trovati sotto le unghie della donna.
Ruscio si trova già in carcere a Prato per l’evasione dagli arresti domiciliari. "Il mio assistito è distrutto - ha concluso il legale – farà un percorso interno al carcere con gli psicologi, per elaborare questo grave reato, che ha commesso nei confronti dell’unica persona che lo ha veramente aiutato fino alla fine".
Gabriele Galligani