ANDREA SPINELLI
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Santi Francesi e l’elogio della Noia "Il vuoto nostra fonte di ispirazione"

Il duo musicale vincitore a X Factor in tour con il nuovo singolo. "I momenti di stop non ci spaventano"

Santi Francesi e l’elogio della Noia  "Il vuoto nostra fonte di ispirazione"
Santi Francesi e l’elogio della Noia "Il vuoto nostra fonte di ispirazione"

di Andrea Spinelli

Agenda fitta di appuntamenti per i Santi Francesi, in concerto stasera a Sarzana sul palco del Moonland Music Art Performance, il 3 agosto ad Assisi su quello di Suoni Controvento, il 4 ad Arezzo per l’Arezzo Music Fest e il 27 ad Empoli per il Beat Festival a conferma che “La noia”, per loro, è solo un titolo di canzone. Quella che presentano in tour nella convinzione che "dovremmo re-imparare ad annoiarci, a non spaventarci davanti ai momenti di vuoto poiché è proprio in quel vuoto che si può fare ‘esperienza della meraviglia". Parola di Alessandro De Santis e Mario Francese (due cognomi, una ditta), assurti alle cronache musicali grazie alla vittoria dell’ultima edizione di X-Factor, a quelle del gossip grazie alla liason di Alessandro con Matilda De Angelis, e nuovamente a quelle della musica grazie all’arrivo in radio proprio di quest’ultima canzone, che dal vivo trova spazio assieme a gemme dell’ep “In fieri” come la “Spaccio” incisa coi Fast Animals and Slow Kids e a cover cantate pure in tv quali “Un ragazzo di strada” dei Corvi (anzi, degli americani Brogues) e “Creep” dei Radiohead.

Alessandro, sentite la responsabilità di questo primo tour estivo da protagonisti?

"Direi proprio di sì. Il lato positivo di grandi vetrine televisive come X-Factor è che ti consentono di raggiungere la gente molto velocemente, anche se poi il problema sta nel confermarsi su certi livelli, perché il successo, così com’è arrivato, può sparire altrettanto rapidamente".

I talent sfornano personaggi televisivi, ma i palchi dei live sono un’altra cosa.

“D’accordissimo. Abbiamo, però, affrontato l’esperienza del talent in modo atipico, usando poco la sponda dei social, e la gente s’è legata a noi per quel che abbiamo fatto sul palco. Un buon punto di partenza, credo”.

Cosa avete messo nello spettacolo?

"Abbiamo cercato d’immaginare un viaggio fatto di piccoli racconti, di piccole storie legate a noi e alle nostre canzoni. Partiamo con una specie d’introduzione al nostro mondo, per poi passare a ‘Tutti manifesti’, l’album che ci siamo autoprodotti del 2019, e arrivare, appunto, ad ‘In fieri’".

Qual è stato il passo in più dei Santi Francesi rispetto a The Jab?

"Il cambio di nome è arrivato in un momento di mutamenti, compreso il trasferimento a Milano e la scelta di abbracciare completamente questo mestiere. Prima di X-Factor, io facevo l’addetto vendite da Decathlon e Mario il programmatore".

Insomma, c’è stato un prima e un dopo X-Factor.

"Sì. È stato il talent di Sky a farci capire che la nostra musica piaceva. Esperienze precedenti come Musicultura o ‘Amici’ erano arrivate in un periodo di crescita troppo ripiegato su noi stessi e chiuso al mondo".

La parola Sanremo che effetto vi fa?

"Il Festival per noi è solo una possibilità. Non ce lo precludiamo, ma non è una fissazione. In passato ci abbiamo provato ma non era ancora tempo".

Un sogno da realizzare?

"Esibirci al Teatro Antico di Taormina, posto suggestivo che può lasciare spazio ad emozioni incredibili. Oppure suonare un nostro brano con i Twenty One Pilots".