"Retromarcia al Pecci di Prato: stop ai licenziamenti, più soldi dalla Regione"

Dopo l'incontro tra i soci pubblici, il cda del Pecci di Prato e i sindacati, è stata ritirata la decisione di licenziare due dipendenti. I soci pubblici si sono impegnati ad aumentare il contributo alla Fondazione, mentre lunedì in prefettura saranno formalizzati gli impegni presi.

La retromarcia del Pecci. Stop ai due licenziamenti. Dalla Regione più soldi

La retromarcia del Pecci. Stop ai due licenziamenti. Dalla Regione più soldi

Fumata bianca dall’incontro in Regione tra i soci pubblici del Pecci di Prato (la stessa Regione e il Comune), il cda del museo ed i sindacati dopo la decisione del Centro per l’arte contemporanea di licenziare due dipendenti. Il tentativo di conciliazione promosso dal governatore Eugenio Giani e dal sindaco Matteo Biffoni ha avuto l’effetto desiderato. Dalla Fondazione che gestisce il museo, rappresentata dal presidente Lorenzo Bini Smaghi, è arrivato l’impegno a ritirare i licenziamenti, a fronte del quale i rappresentanti sindacali hanno a loro volta dichiarato la disponibilità a revocare lo stato di agitazione e ad aprire un tavolo per affrontare le questioni relative alla sostenibilità economico-finanziaria del Pecci. Lunedì in prefettura gli impegni presi oggi saranno formalizzati. Durante il vertice in Regione, inoltre, è emersa la disponibilità dei soci pubblici ad aumentare il contributo per la Fondazione stessa e dunque per il museo. In particolare la Regione dovrebbe aggiungere 100mila euro portandolo a 750mila, mentre il Comune, che già eroga 1,2 milioni l’anno, deve ancora quantificare la cifra. Il problema da risolvere ora, infatti, è la sostenibilità economica del museo.