Profondo rosso per l’Università di Pisa

PISA L’Università di Pisa approverà il 22 dicembre il bilancio di previsione e deve fare i conti con un’impennata di costi,...

L’Università di Pisa approverà il 22 dicembre il bilancio di previsione e deve fare i conti con un’impennata di costi, per lo più dovuti ad aumenti stipendiali ai quali non corrisponde un adeguamento delle risorse del Fondo di finanziamento ordinario, che costringe a limitare la capacità di spesa per la ricerca e per rendere ancora più innovativo e attrattivo l’ateneo.

"Non viviamo una condizione diversa da altri atenei, tuttavia - ammette il rettore Riccardo Zucchi - siamo più impegnati a trovare una linea di galleggiamento piuttosto che guardare avanti con politiche espansive in termini di investimenti in didattica e ricerca, che sono il cuore della mission universitaria".

In questi giorni impazzano nelle chat d’ateneo cifre e ipotesi di copertura, si parla di dover trovare 18 milioni di euro. Ma il rettore getta acqua sul fuoco: "È prematuro fare cifre esatte. Sicuramente la nostra condizione è in linea con i bilanci degli anni passati, con la previsione di impegnare a copertura il fondo di riserva anche se poi in sede di bilancio consuntivo questo non è quasi mai accaduto finora o se è capitato è accaduto per cifre nettamente inferiori a quelle preventivate. Il problema è che il nostro bilancio vale complessivamente circa 350 milioni di euro e il 70-80% delle spese è rappresentato dal personale: quest’anno l’aumento stipendiale, legato ad adeguamenti Istat e scatti di anzianità, equivale a circa 10 milioni di euro che non sono coperti dal Fondo di finanziamento ordinario. Per questo abbiamo chiesto alla Crui (la conferenza dei rettori universitari) di farsi portavoce con il governo affinché si adegui anche il finanziamento che invece è rimasto lo stesso degli anni passati". Una situazione che impone scelte difficili: "Sicuramente siamo costretti a rinunciare ad alcuni milioni di euro che avremmo volentieri investito in soluzioni innovative per la ricerca e per attrarre finanziamenti esterni. Taglieremo anche le docenze a contratto, ma non toccheremo i servizi agli studenti, né quelli vincolati da contratti che scadranno nei prossimi anni".

Gab. Mas.