MATTEO ALFIERI
Cosa Fare

Manager morto al Giglio dopo i controlli in ospedale Le cause restano un giallo

di Matteo Alfieri

Non ci sarebbero evidenze ’tecniche’ per cui a uccidere Fabio Attilio Cairoli sia stato un infarto. Almeno per il momento. L’autopsia sulla salma del top manager morto l’8 luglio su uno yacht ormeggiato al Giglio non mostrerebbe, dalle prime valutazioni fatte durante l’esame all’ospedale Misericordia di Grosseto, alcuna circostanza che possa dare una svolta alla vicenda. Secondo quanto emerge, i consulenti della Procura di Grosseto sottoporranno infatti il cuore del manager a ulteriori accertamenti. Durante l’esame effettuato dal professor Marco Di Paolo dell’Università di Pisa non è stato possibile stabilire con certezza la causa della morte dell’ex Ceo di Igt Global Lottery.

All’accertamento hanno partecipato anche quattro consulenti delle parti, fra cui quelli di alcuni degli 11 indagati nell’inchiesta per omicidio colposo della Procura di Grosseto, tutte quelle che hanno avuto a che fare, all’ospedale e sull’isola, con Cairoli e che sono intervenute per visitarlo prima e soccorrerlo poi. Per i risultati degli altri esami a cui sarà sottoposto il cuore di Cairoli ci vorranno venti giorni, che serviranno anche per gli esiti delle analisi tossicologiche sulla salma. Da chiarire c’è sicuramente la correlazione col decesso dei dolori al torace e a un braccio che il manager accusò il 7 luglio, tanto da andare al Pronto soccorso dell’ospedale di Orbetello. Il paziente fu dimesso, poi la sera del giorno dopo morì.

Il sostituto procuratore ha chiesto ai consulenti della Procura (con otto pagine di quesiti) se ci siano state violazioni nei protocolli e nelle linee guida che il personale sanitario che aveva avuto in carico Cairoli stavano seguendo. Conclusa l’autopsia il sostituto procuratore Carmine Nuzzo, ha firmato subito il nullaosta per la sepoltura. La salma del manager è stata quindi restituita alla sua famiglia che adesso dovrà fissare la data del funerale.