L’ottava edizione del Festival dello Spettatore

Si svolgerà dall’8 al 12 novembre, ideato e promosso dalla Rete Teatrale Aretina

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Arezzo, 6 novembre 2023 – Si svolgerà dall’8 al 12 novembre l’ottava edizione del Festival dello Spettatore, ideato e promosso dalla Rete Teatrale Aretina con il sostegno e il patrocinio della Regione Toscana e del Comune di Arezzo, con il contributo di Fondazione CR Firenze, Fondazione Guido D’Arezzo, Fondazione Toscana Spettacolo Onlus, Unicoop Firenze, in collaborazione con RAT - Residenze Artistiche della Toscana, Cooperativa Progetto 5, Festival Meno alti dei pinguini, Giallo Mare Minimal Teatro, Casa Teatro, Liceo Vittoria Colonna, con il sostegno e la collaborazione delle compagnie della Rete Teatrale Aretina Anghiari Dance Hub, Diesis Teatrango, Kanterstrasse Teatro, Libera Accademia del Teatro, NATA Teatro, Officine della Cultura, Teatro di Anghiari.

Il festival è un appuntamento unico nel panorama nazionale, la cui caratteristica principale è quella di focalizzare la propria attenzione sul pubblico. “L’edizione 2023 - dice Massimo Ferri, presidente della Rete Teatrale Aretina - torna a occuparsi della connessione tra arti sceniche e tecnologia, stavolta portando l’attenzione sull’Intelligenza Artificiale, le sue implicazioni etiche e le sue potenzialità a supporto della creatività. Ma toccherà anche il tema del nostro rapporto con il volto, con il corpo, in un susseguirsi di sedici appuntamenti tra spettacoli, proiezioni, laboratori, incontri e approfondimenti. Giochi artificiali, immaginari, reali, come è il teatro, luogo d’eccellenza dell’immaginario, dove la finzione diviene realtà”.

“Mettere lo spettatore al centro della scena, coinvolgerlo, ascoltarlo, accompagnarlo lungo il proprio percorso di fruizione culturale. È con questo spirito – spiega la direttrice della Fondazione Toscana Spettacolo onlus, Patrizia Coletta - che sosteniamo la realizzazione del Festival, giunto quest’anno all’ottava edizione. Un’iniziativa preziosa, che si rinnova anno dopo anno, mantenendo però sempre fermo il proprio obiettivo: proporre un programma di qualità, creando spunti e occasioni di scambio tra operatori per valorizzare il rapporto con il pubblico, punto di riferimento indispensabile per chi opera nel settore dello spettacolo dal vivo”.

Le fa eco il direttore della Fondazione Guido d'Arezzo Lorenzo Cinatti "La Fondazione Guido d'Arezzo è felice di accogliere l'ottava edizione del Festival dello Spettatore, che torna anche quest'anno con un nuovo programma ricco di appuntamenti e spunti di riflessione: ancora una volta lo spettatore non sarà una figura passiva all'interno del processo culturale ma vero e proprio protagonista".

Il festival comincia mercoledì 8 novembre (Cinema Eden, ore 21,00), con Enzo Jannacci - Vengo anch’io di Giorgio Verdelli. Al termine della proiezione Simone Emiliani di Sentieri Selvaggi, intervista il regista Giorgio Verdelli. Talento immenso e spiazzante, Enzo Jannacci ha navigato tra tanti generi diversi. Nella Milano degli anni Sessanta ha scelto di raccontare gli esclusi e ha saputo recuperare e innovare la canzone popolare milanese anche attraverso collaborazioni con Dario Fo, Giorgio Strehler, Fiorenzo Carpi. Questa sua spiccata sensibilità artistica e umana si è tradotta negli anni in una costante invenzione linguistica e musicale che gli ha permesso di muoversi con maestria tra canzone d’autore e cabaret, rock’n’roll e jazz, teatro e cinema. In questo film, a bordo di un vecchio tram, si è trasportati in una Milano senza tempo che restituisce il ritratto sorprendente di un artista straordinario.

Altra proiezione, giovedì 9 novembre, al Cinema Eden alle ore 20,30 Il Diario di Sisifo di Mateusz Miroslaw Lis. Al termine Simone Emiliani di Sentieri Selvaggi intervista il regista Mateusz Miroslaw Lis. Per la prima volta nei panni di sceneggiatore, un'IA narra la vita di Adamo, giovane studente universitario afflitto da crisi esistenziale e il suo viaggio verso il significato della vita, tra incontri assurdi e atmosfere molto umane. Il Diario di Sisifo è il primo lungometraggio al mondo ad essere stato scritto interamente da un'Intelligenza Artificiale. La sceneggiatura, infatti, ha come autore GPT-NEO, modello open-source di IA basato sull’architettura GPT3 della OpenAI.

Per tutta la durata del festival, da venerdì 10 a domenica 12 novembre, (Fondazione Guido d’Arezzo - dalle ore 14,30 alle 22,00, per uno spettatore alla volta) si potrà partecipare a Never be lonely again. Intimacy in the age of machines, di Welcome Project con Aurora Kellermann, Maria Grazia Bardascino, Silvia Massicci e la regia di Chiara Elisa Rossini. In un futuro distopico, la relazione fra esseri umani è andata perduta per sempre e ciascuno è relegato a vivere in solitudine, in un rifugio, con la sola compagnia di una macchina. Un futuro forse non troppo lontano, vista la velocità con cui la ricerca scientifica e l’industria che si occupa di intelligenza artificiale procedono nello sviluppo di applicazioni e macchine più o meno antropomorfe, ideate per interagire con gli esseri umani. Gli spettatori sono invitati a incontrare una di queste macchine del futuro, in grado di offrire una compagnia insostituibile. Riuscirà la nostra specie a salvare il suo bene più prezioso?

Venerdì 10 (Teatro Virginian, ore 16,00 e 17,30), in collaborazione con il Festival Meno Alti dei Pinguini La Baracca - Testoni Ragazzi porta in scena lo spettacolo per la prima infanzia Un camion rosso dei pompieri, di e con Roberto Frabetti. In una grande città-giardino, dove gli alberi sembrano palazzi e i palazzi alberi, dove le strade corrono tra tronchi, rami e foglie, si sta preparando la grande corsa che ha in palio un cappello molto bello e una torta molto buona. Pronti alla partenza un camion rosso dei pompieri, un trattore giallo, una betoniera tutta verde e una ruspa di un bel blu, alla loro guida una pecora, un lupo, un coccodrillo e un elefante. In questa storia c’è anche una piccola lucciola che guida i piccoli spettatori nella notte per andare oltre il buio e arrivare nel mondo dei sogni, perché è in quel mondo che sta partendo la grande corsa. Al Teatro Pietro Aretino, alle ore 17, 30 Come Ada. Omaggio ad Ada D’Adamo, con Elena Stancanelli, Roberta Scaglione, Alfredo Favi e introduzione di Gerarda Ventura, direttrice di Anghiari Dance Hub e, a seguire, presentazione del libro Come D’aria di Ada D’Adamo (ed. Elliot). Un approfondimento sull’opera e la figura di Ada D’Adamo, curatrice e studiosa di danza, scomparsa nel mese di aprile, che ha raccontato la sua vicenda umana nel libro che sarà presentato, vincitore del Premio Strega. Alle ore 21,15, al Teatro Mecenate, R.OSA 10 esercizi per nuovi virtuosismi di Silvia Gribaudi, con Claudia Marsicano e la coreografia e regia di Silvia Gribaudi. R.OSA è una performance che con ironia dissacrante porta in scena l’espressione del corpo, della donna e del ruolo sociale che esso occupa con un linguaggio “informale” nella relazionale con il pubblico. R. OSA si ispira alle immagini di Botero, al mondo anni ‘80 di Jane Fonda, al concetto di successo e prestazione e fa pensare a come guardiamo e a cosa ci aspettiamo dagli altri sulla base dei nostri giudizi, mettendo al centro una sfida, quella di superare continuamente il proprio limite. È in atto una rivoluzione del corpo, che si ribella alla gravità e mostra la sua lievità.

Sabato 11, al Teatro Pietro Aretino, si inizia (dalle ore 09,30 alle 13,00) con la giornata di studi “Arti performative e intelligenza artificiale” a cui partecipano Federico Bomba - Università di Bolzano, Direttore di Sineglossa, Anna Maria Monteverdi - Università Statale di Milano, Hillary Ghidini - progetti speciali Fondazione Piemonte dal Vivo / onLive campus, Kamilia Kard – vincitrice bando Residenze Digitali 2022 e la compagnia Welcome Project, Mateusz Miroslaw Lis - produttore e regista cinematografico. A seguire, dalle 14,30 alle 19,30, in collaborazione con CASA TEATRO - Giallo Mare Minimal Teatro e Murmuris, l’attesissimo Spettatori - la Gran Reunion #8 incontro nazionale dei gruppi di spettatori in Italia, appuntamento annuale dove gruppi di spettatori aderenti a progetti di formazione e coinvolgimento del pubblico di tutta Italia si incontrano ad Arezzo per condividere motivazioni, desideri, visioni del pubblico a teatro. Si svolgerà al Teatro Pietro Aretino, alle ore 15,30, in collaborazione con UNICOOP FIRENZE, VOLTO MANIFESTO. Il volto è patrimonio per l’umanità con Lorella Zanardo e Cesare Cantù. Fotoritocco massiccio, filtri di ogni tipo sui social, digital humans quasi identici a esseri viventi nei videogame, influencers digitali che si comportano come quelli reali, androidi dai tratti sempre più antropomorfi e potenziati da un’intelligenza artificiale sempre più raffinata, assistenti virtuali e avatar che interpretano il nostro comportamento: questi fenomeni hanno portato nella nostra vita un incontro quotidiano e costante con facce artificiali. Volti diversi tra loro, ma accomunati da una stessa caratteristica: fermare lo scorrere del tempo. In contemporanea, al Teatro Virginian dalle ore 15,00 alle 16,00 in collaborazione con il Festival Meno Alti dei Pinguini si svolgerà il laboratorio per la prima infanzia Il teatro alla finestra, a cura di NATA.

Alle ore 21,15 al Teatro Mecenate, in collaborazione con Fondazione Toscana Spettacolo Onlus, Pagliacci all’uscita da Leoncavallo e Pirandello, di e con Roberto Latini e con Elena Bucci, Ilaria Drago, Savino Paparella, Marcello Sambati. “Pagliacci”, dal libretto dell’opera di Leoncavallo e “All’uscita”, atto unico che Pirandello definisce “mistero profano”. Sono due testi molto diversi per stile e contenuto, eppure profondamente accostabili: il primo è immerso nel verismo di fine ‘800, nella trama spietata del delitto d’onore e d’amore, il secondo è una parabola metafisica, quasi filosofica; il primo è ambientato in un sud di sole e coltello, il secondo è un notturno di ombre e cimitero. Sembrano, per struttura e doti, collocabili da una parte all’altra di un ponte ideale, fondamentale per la letteratura teatrale, che a cavallo dei due secoli riesce a trasformare i percorsi sintattici in prospettive drammaturgiche; sembrano essere una bella occasione per riflettere nel tempo di oggi attraverso i riflessi dei secoli scorsi.

Domenica 12, alle ore 10,30 (Cinema Piccolo Eden) il pubblico potrà incontrare Roberto Latini e la compagnia sullo spettacolo Pagliacci all’uscita. Nel pomeriggio, in collaborazione con il Festival Meno Alti dei Pinguini, ancora spazio per i bambini e i loro genitori, a Casa Museo Ivan Bruschi, dalle ore 15,00 alle 17,00 con il laboratorio sensoriale Il cerchio magico, a cura di Diesis Teatrango, e, alle 16,30 in Piazza Sant’Agostino (in caso di maltempo Teatro Tenda), con La battaglia dei cuscini della Compagnia Il Melarancio di Gimmi Basilotta e Marina Berro con Gimmi Basilotta, Isacco Basilotta, Marina Berro, Aicha Cherif, Jacopo Fantini. Uno spazio accoglie il pubblico prima dell'inizio, l'attesa è scandita da una serie di annunci che preparano all'imminente battaglia: la compagnia coinvolge il pubblico nell'allestimento dello spazio e, dettate le regole del gioco, con un conto alla rovescia dà inizio alla battaglia. Centinaia di leggerissimi cuscini multicolori compaiono in scena e in una reazione a catena esplode la battaglia: gli spettatori si trovano coinvolti in una piccola follia collettiva che coinvolge bambini, genitori, giovani, nonni e che prosegue fino allo sfinimento. A un preciso segnale tutto si ferma, un grande telo colorato invita gli spettatori a sedersi: ben presto ci si trova su un cuscino gigante, pieno d'aria, su cui è possibile nuotare, rotolare, gattonare, riposarsi dopo tanta fatica.

Il festival si conclude al Teatro Pietro Aretino, alle ore 18,30, con HERbarium - dancing for an AI di Kamilia Kard con le danzatrici Bruna Cerasa, Marieta Georgieva, Aurora Lamonaca. Un progetto performativo multimediale che combina proiezione e spettacolo dal vivo, su una coreografia originale eseguita da danzatrici e convertita, con la collaborazione di una intelligenza artificiale, in un modello che informa sia il movimento delle performer che quello delle animazioni. Le performer e le piante velenose modellate in 3D, traducono in danza una stessa coreografia. Le piante velenose sono spesso associate alla stregoneria, che se ne serviva per produrre veleni e pozioni d’amore; a sua volta la stregoneria, è da sempre associata alla donna, nel bene ma soprattutto nel male. Tecno-stregoneria, sessualizzazione e femminilità tornano spesso anche nelle personificazioni contemporanee dell’AI, dall’immaginario cinematografico che le trasfigura in vere e proprie streghe digitali ai danni dell’uomo, alle assistenti vocali, miti e rassicuranti. HERbarium racconta la relazione tra umano e intelligenza artificiale, mettendo in luce il potere di seduzione, manipolazione e tecnofobia esercitato dalle AI attraverso una coreografia in cui corpi umani, piante velenose e “streghe digitali” danzano assieme.