Lo strazio di una madre "Fatemi vedere mia figlia che è malata di tumore"

Pisa: in seguito a una separazione conflittuale la bimba è stata affidata al padre. La donna può vederla solo in incontri protetti: "Datemi almeno una possibilità".

di Carlo Baroni

PISA

Una madre pronta a incatenarsi davanti all’ospedale dov’è ricoverata sua figlia. Vuole vederla, starle accanto in questo passaggio difficile. Ma non può. In mezzo ci sono provvedimenti del tribunale che sono arrivati nell’ambito di una separazione conflittuale. I dettagli della vicenda li descrive una nota dello studio legale Miraglia di Modena che assiste la posizione della madre, una donna disperata. Tre settimane fa la ragazzina, originaria del Pisano, e ora ricoverata a Firenze – si legge – si era recata al pronto soccorso lamentando dolori e i medici hanno scoperto "che la bimba è affetta da una formazione tumorale che pare benigna, ma che ha richiesto un ricovero ospedaliero per approfondire le valutazioni mediche".

La ragazzina proprio a causa della forte conflittualità tra i genitori – fa sapere lo studio legale – "al momento è affidata al padre e può vedere la madre solo nel corso di incontri protetti". Eppure, in un frangente così delicato – prosegue la nota dell’avvocato Miraglia – "i servizi sociali non autorizzano la donna a recarsi al capezzale della figlia". "Al massimo possono vedersi in video chiamata e sempre in spazio neutro, vale a dire con qualcuno ad assistere". Una situazione che la madre vive come un dramma tanto che, appunto, ha detto proprio ieri la donna al suo avvocato, è intenzionata se nulla cambia ad incatenarsi davanti all’ospedale. Al momento solo nel caso la bambina venisse operata allora sì, "la madre potrebbe recarsi in ospedale a trovarla, ma sempre con una operatrice".

"A parte il buon senso, dove sono finite la pietà, la compassione umana? – dice l’avvocato Miraglia, accendendo i riflettori sulla vicenda –. Siamo di fronte a una preadolescente che avrebbe quanto mai la necessità di avere accanto la madre. Invece a questa ragazzina, in un momento così delicato e doloroso, viene negato di essere accudita, assistita e rincuorata dalla mamma". Cuore e legge, si sa, non sempre vanno d’accordo. Il punto di contatto è un dilemma eterno, se vogliamo.

"Capisco il dovere di ottemperare alle disposizioni dei giudici – aggiunge l’avvocato –, ma in questo caso va da sé che la ragazzina, per il suo benessere fisico e morale, avrebbe bisogno del conforto materno". La madre, attraverso l’avvocato Miraglia, si è immediatamente rivolta alla Corte d’Appello di Firenze – dov’è pendente, si apprende, il pronunciamento sulla liberalizzazione degli incontri tra madre e figlia – presentando un’istanza urgente con cui chiede l’autorizzazione a stare accanto alla figlia fino a che non si sarà ristabilita. "A questo punto ci appelliamo alla corte – conclude il legale – ricordando come lo scopo primo dei provvedimenti emessi nei confronti dei minori debba essere la loro tutela, ma soprattutto il loro benessere e la loro serenità".