BARBARA BERTI
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"La satira non può essere frenata". Ballantini, quarant’anni di successi

L’artista livornese racconta la sua carriera: "Il politicamente corretto va di moda, ma sta debordando"

"La satira non può essere frenata". Ballantini, quarant’anni di successi

"Già al liceo, con il mio compagno di banco, facevamo i ’buffoncelli’ imitando questo e quello. Senza neanche rendercene conto ci ritrovammo a ’Ciao Gente’, uno dei primi programmi di Canale 5: ci fecero fare otto puntate consecutive. Per il mio amico la tv fu solo una piccola parentesi, per me l’inizio folgorante di una bella avventura".

A raccontare gli esordi è l’artista livornese Dario Ballantini: pittore post espressionista, scultore, attore, conduttore radiofonico, cantante e inimitabile trasformista - celeberrime le sue imitazioni a ’Striscia la Notizia’ - che ora festeggia i quarant’anni di carriera. Un traguardo che celebra anche a Firenze con un doppio evento: la mostra "Enigmi Esistenziali" (il vernissage domani alle 17,30 alla Brancacci Art Gallery) e "Lo spettacolo di Ballantini - Conseguenze di quarant’anni vissute nei panni degli altri" (in scena al Teatro di Rifredi dal 1° al 3 marzo).

Posso chiamarla Dario o preferisce Valentino?

"(Ride, ndr). Lo stilista mi ha portato fortuna. E’ la maschera più famosa ma solo a ’Striscia’ ho fatto 70 imitazioni, che diventano oltre cento in totale. E pensare che all’inizio non erano ben viste perché era considerato ’antico’ indossare una parrucca. Poi decidemmo di fare gli sketch per strada e fu un successo".

Come si riconosce una buona imitazione?

"Non si riconosce. E, infatti, ho perso il conto delle volte che mi hanno scambiato per il personaggio. E’ successo con Valentino ma anche con papa Francesco. Ero in zona piazza San Pietro a Roma e mi fermarono dei fedeli peruviani: decisi di allontanarmi per non dover fingere di benedire altri pellegrini . Adoro la magia della scomparsa e se vedo che non riesco a trasformarmi in tutto e per tutto lascio perdere".

Il politicamente corretto si applica anche alle imitazioni?

"Al giorno d’oggi va di moda, sta debordando. Ma a mio avviso non si possono mettere freni alla satira. Ho una mia auto-limitazione: non mi piace cadere nel volgare. Preferisco un Ignazio La Russa con l’elmetto, che è un personaggio ’bello pesante’ ma buffo al tempo stesso".

Quali maschere porta in scena per festeggiare i 40 anni di carriera?

"Quelli meno televisivi e quelli che non propongo da tempo come Gino Paoli, Ray Charles, Vasco Rossi, Paolo Conte, Gianni Morandi e Zucchero, senza però dimenticare Valentino. Una carrellata musicale dove farò vedere i retroscena della trasformazione, dalla sua genesi all’incontro faccia a faccia tra attore e imitato".

Un motivo per vedere la mostra?

"La pittura è il mio lato romantico. Dipingendo mi metto a nudo".