di Monica Dolciotti
LIVORNO
Il porto di Livorno sempre più al centro del traffico internazionale di droga. E’ uno dei preferiti dalle organizzazioni criminali per le importazioni di grosse partite di cocaina dal Sudamerica. Infatti altri 50 chili di cocaina purissima, del valore di 35 milioni di euro, sono stati sequestrati ieri nel porto di Livorno grazie ad un’operazione congiunta tra i militari della guardia di finanza (al comando del colonnello Cesare Antuofermo) e i funzionari del locale Reparto Antifrode dell’Ufficio delle Dogane di Livorno. Durante il blitz le fiamme gialle hanno anche arrestato un uomo, un cittadino albanese implicato in questa vicenda.
Il quantitativo di droga era stato suddiviso in panetti nascostii nella struttura di un container che trasportava un carico alimentare dal Sud America (Ecuador). Questo sistema di occultamento è stato scoperto durante i controlli svolti dalle fiamme gialle e dal personale dell’Ufficio delle Dogane nelle aree commerciali del porto di Livorno. Da sottolineare che questo sequestro è avvenuto appena due settimane dopo una analoga operazione dei finanzieri sempre a fine luglio nel porto labronico che ha permesso di individuare altri 59
chiii di cocaina pura. Era stata suddivisa in decine di panetti (del valore di 40 milioni di euro) nascosti come di consueto nella struttura interna di un container, che trasportava generi alimentari proveniente sempre dal Sud America.
Insomma i narcotrafficanti hanno deciso di suddividere i carichi di droga in quantitativi minori rispetto al passato, per imbarcali probabilmente su più navi (era successo anche ad aprile quando ancora una volta le fiamme gialle avevano intercettato altri 53 kg di cocaina in un container dal Sudamericana) nella speranza di eludere almeno in parte i controlli sempre più serrati e far passare più cocaina possibile dal porto di Livorno.
Evidentemente dopo i maxi sequestri, tra i quali quello del febbraio 2020 di 3 tonnellate di cocaina colombiana destinata ai mercati francesi, messo a segno dal comando provinciale dei carabinieri, coordinato dalla Dda di Firenze, i narcotrafficanti hanno deciso un cambio di strategia. Quello fu il secondo sequestro di cocaina più ingente registrato in Italia, per un valore di 400 milioni di euro. Lo stupefacente era trasportato in un container e celato in 90 zaini. Il colpo inferto ai trafficanti di droga dai carabinieri e dalla Dda di Firenze fu davvero micidiale.
Nonostante il monitoraggio a maglie sempre più strette nello scalo toscano, la malavita organizzata che gestisce le importazioni di droga dal Sud America, continua a ritener il porto di Livorno un’infrastruttura primaria per la sua attività illecita.
Lo conferma la Direzione investigativa antimafia nazionale che, in un suo report relativo al 2022, dopo molteplici sequestri di droga nel porto di Livorno, ha sottolineato riguardo al rapporto tra la ndrangheta calabrese e il porto labronico: "Anche al di fuori dei territori di origine, la ndrangheta esprime la sua spiccata capacità imprenditoriale grazie a ingenti risorse economiche derivanti dal narcotraffico". Guarda caso il porto del capoluogo livornese è il canale attraverso il quale far defluire un fiume di droga per i mercati nazionale e europeo,tra le fonti primarie del suo arricchimento necessario a portare avanti ramificati interessi economici.
La rotta Sud America-Livorno è tra le più battute dai carichi di cocaina, in alternativa a quella Sud America-Gioia Tauro. Lo scalo calabrese ormai troppo esposto perché perennemente sotto l’occhio vigile delle forze dell’ordine, sta perdendo importanza. Perciò i malavitosi hanno spostato i loro interessi sullo scalo toscano insieme a quelli di Genova, La Spezia, Vado Ligure nell’alto Tirreno.