di Francesco Ingardia
LIVORNO
La domanda potrebbe sorgere spontanea: perché una mostra su Leonardo Da Vinci a Livorno? "La giusta risposta è perchè no? Questa città deve smettere di pensarsi piccola e ambire a tornare all’apertura verso il mondo abbracciando il cosmopolitismo che l’ha contraddistinta sin dalle origini". Motiva così l’assessore alla Cultura Simone Lenzi la scelta del Comune di andare all-in con "il maestro espressione più pura di tutto il Rinascimento", a conclusione del ciclo delle grandi mostre al Museo della Città di Livorno, nel celebre quartiere ‘Venezia’. Oggi infatti la sede dei Bottini dell’Olio spalanca le porte a cittadinanza, turisti e appassionati d’arte per la giornata inaugurale di ‘Leonardo Da Vinci. Bellezza e invenzione’. Una rassegna che sfiora il milione di euro come costo complessivo, "di altissimo profilo", lunga più di quattro mesi, fino al 1 aprile (orari dal lunedì al venerdì 10-19, week end e festivi 10-21. Prezzi: 15 euro intero, 10 euro ridotto), da oltre 70 opere "che descrivono il connubio strettissimo tra bellezza e invenzione proprio del genio universale".
Punta di diamante dell’allestimento promosso e organizzato dal Comune di Livorno insieme a MetaMorfosi Eventi, affidato alla curatrice Sara Taglialagamba, i 15 disegni autografi tratti dal Codice Atlantico e dal Codice sul Volo degli Uccelli, prestati rispettivamente Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano e dalla Biblioteca Reale di Torino. L’amministrazione Salvetti non ha fatto segreto della mission fissata dagli organizzatori: sfondare il tetto dei 110mila visitatori registrati con la mostra di Modigliani del 2019. "Un traguardo che ci riempie di orgoglio, un capitolo indimenticabile della nostra storia culturale", le parole del sindaco livornese.
"La mostra si articola in quattro sezioni - spiega Taglialagamba -. Nella prima sezione è indagata la presenza dell’artista a Livorno e nei territori limitrofi, con particolare attenzione ai due soggiorni a Piombino, nel 1502 per volere di Cesare Borgia e nel 1504 sotto Jacopo IV Appiani. Nella seconda sezione un itinerario cronologico conduce alla scoperta delle opere autografe dei due Codici. La terza parte affronta la diffusione e la ricezione di Leonardo tra allievi e seguaci. L’ultima sezione, nell’ex Chiesa del Luogo Pio, è dedicata allo studioso Carlo Pedretti con l’obiettivo di valorizzare il ruolo fondamentale all’interno degli studi leonardiani e il dialogo ininterrotto tra Leonardo e l’arte del Novecento".