ANDREA SPINELLI
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Fiorella-Danilo, doppia emozione Una coppia sotto il segno del jazz

Mannoia e Rea domani alla Rocca Medievale di Castiglione del Lago: "Un concerto che ogni volta è diverso"

Fiorella-Danilo, doppia emozione  Una coppia sotto il segno del jazz

Fiorella-Danilo, doppia emozione Una coppia sotto il segno del jazz

di Andrea Spinelli

Nello spettacolo con cui approdano domani alla Rocca Medievale di Castiglione del Lago, Fiorella Mannoia e Danilo Rea offrono il riflesso delle loro personalità al sogno che certe grandi canzoni si portano dentro, accendendo le suggestioni come la distesa di candele che fa da scenografia a questo incontro. Un viaggio sentimentale tra i Beatles e Paolo Conte, Chico Buarque e Osvaldo Farrés, Lucio Battisti e Lucio Dalla che li ha tenuti sulla strada tutta l’estate.

Com’è cominciata l’avventura di ’Luce’?

Mannoia: "Ci siamo voluti. Quella di fare un tour assieme è una promessa che ci ripetevamo ormai da trent’anni, ma stavolta abbiamo detto: ora o mai più".

Musica e parole senza sovrastrutture.

Rea: "Mentre ci esibiamo, mi capita spesso di riflettere sul fatto che questo è un concerto ogni volta diverso; non migliore o peggiore di quello che l’ha preceduto, ma semplicemente diverso. Con una Fiorella sempre più jazz". Mannoia: "Già, sera dopo sera Danilo mi sta ‘jazziggiando’. D’altronde lui non suona mai nello stesso modo e io cerco di fare lo stesso. Col repertorio che abbiamo, è una goduria".

Per questo vostro incontro avete scelto pure luoghi molto suggestivi.

Mannoia: "Visto che siamo circondati solo da candele accese, la scenografia è l’Italia". Rea: "E la bellezza delle canzoni italiane".

L’interpretazione è rigore, il jazz improvvisazione. Due mondi che s’incontrano?

Rea: "È una cosa reciproca. Per me il divertimento ogni volta sta nel non sapere dove lei mi porterà. I nostri sono, infatti, due mondi apparentemente distanti che tanto distanti poi non sono". Mannoia: "Io lo riporto dalle sue improvvisazioni alla struttura della forma canzone, ma gli vado anche dietro perché avere accanto un musicista così non è mai la stessa cosa".

Ospiti?

Mannoia: "Anche se l’intesa è nostra, il palco è aperto. A Caracalla, ad esempio, c’era Amara in platea e l’ho fatta salire".

Quali sono i pezzi in cui vi ritrovate di più?

Mannoia: "Indubbiamente ‘Margherita’ perché è il brano che, grazie alla vittoria in tv di ‘Premiatissima’, mi ha aperto le porte della canzone. Proprio quel pezzo regalò a Danilo il tour del Q Concert con Rino Gaetano e Riccardo Cocciante. Un’altra canzone particolarmente cara è ‘O che sarà’, perché è quella che abbiamo condiviso di più sui palchi le volte che ci siamo incontrati".

Vista l’intimità dello show, chiudereste pure voi i telefonini in una custodia come ha fatto Dylan nei suoi concerti?

Mannoia: "Personalmente, no. La gente può fare quello che vuole. Mentre di solito nei miei concerti con la band vedo la gente riprendere, alzarsi, farsi i selfie mentre canto, in questo noto molto rispetto per l’emozione creata dall’incontro tra piano e voce".

Fiorella, lei è reduce dall’esperienza di maestra concertatrice della Notte della Taranta.

Mannoia: "Quando sette anni fa Carmen Consoli mi invitò alla ‘sua’ edizione, mi divertii molto. Stavolta è toccato a me prendere sulle spalle la responsabilità. Ascoltando le canzoni mi sono accorta che parlavano di donne. Ce n’è una delle tabacchine salentine, ad esempio, che dice ‘fimmene fimmene, ausamula la uce’, alziamola la voce, e per questo l’ho scelta come manifesto ideale di questa edizione, assieme a ‘Bocca di rosa’ di De André che ho sempre considerato un emblema di libertà".