ALFREDO MARCHETTI
Cosa Fare

Altro sbarco al porto di Carrara: la Regione Toscana dice "Basta, siamo al limite"

Il governo pensa di gestire l'accoglienza migranti con proclami e slogan, ma la gente muore in mare. La Toscana è al limite, i posti si stanno esaurendo. Il nuovo decreto sui minori sbarcati è un'opportunità persa. Bisogna investire invece che tagliare i fondi.

"Siamo al paradosso: il governo pensa di gestire l’accoglienza migranti con proclami e slogan mentre la gente muore in mare. Abbandona i Comuni al loro destino. Ora basta, siamo al limite". Le dichiarazioni dell’assessora regionale Toscana alla Protezione civile, Monia Monni, risuonano come tamburi di guerra. ‘Nemico’ politico numero uno il governo Meloni e le politiche sull’immigrazione. Mentre al porto di Carrara vanno avanti le operazioni per il settimo sbarco da inizio anno, 176 migranti tra cui 94 minori non accompagnati a bordo della Open Arms e persino un gatto, Cookie, il ’dossier migranti’ approda sui tavoli del potere. Lo scontro tra governo e Toscana ha raggiunto livelli critici. "Le città toscane sono in difficoltà, siamo arrivati al limite, i posti si stanno esaurendo. E continuano a chiedere, mentre le Regioni sono vicine al collasso" prosegue Monni.

I numeri: a Firenze, al 27 settembre sono 2166 i migranti (46 i minori), Arezzo 743 (23), Grosseto 583 (41), Livorno 752 (50), Lucca 728 (24), Massa 501 (47), Pisa 1007 (36), Pistoia 514 (24), Siena 1343 (70). Totale 8828 persone, minori di 16 anni compresi, sia dall’Africa che dalla guerra in Ucraina.

"Con il nuovo decreto di fine settembre dove viene stabilito ’ad occhio’ se i minori sbarcati hanno più di 16 anni, la gestione diventa farsa. Questi ragazzini hanno alle spalle storie atroci, meritano di essere trattati con dignità. Credo sia l’ennesima opportunità persa dal governo – prosegue Monni – che sta destrutturando l’accoglienza diffusa come la nostra, l’unica che portava a un’integrazione vera senza mettere in crisi le strutture dei territori. La proposta dei Cpr è assurda, le Regioni si sono opposte perché creeremmo centri di detenzione dove verrebbero violati i diritti umani. Bisogna investire invece che tagliare i fondi, se passa la linea del Cpr verrà devastato il rapporto col terzo settore".