
Alan Sorrenti va oltre la zona sicura "Racconterò la mia storia in un libro"
di Gloria Peruzzi
"Sono di nuovo felice, mi diverto, mi realizzo", racconta Alan Sorrenti, artista innovativo, coraggioso, sperimentatore, che a distanza di quasi vent’anni è tornato prima con un album nuovo Oltre la zona sicura (Ala Bianca) e poi con un tour estivo che stasera fa tappa al MenGo Music Fest di Arezzo.
Alan, cosa l’ha stupita del ritorno sul palco?
"Mi ha sorpreso l’affluenza del pubblico, ma anche le richieste di date, ho un calendario intensissimo. Però la vera sorpresa è quella di trovarmi davanti, ogni sera, un pubblico giovane e numerosissimo".
Andare “Oltre la zona sicura“ cosa significa a 72 anni?
"Avere ancora molti progetti in testa. In questo momento mi piacerebbe molto unire alla mia melodia, l’elettronica e sonorità tribali, quel ritmo scoperto durante il mio viaggio in Africa a metà anni settanta. Trasmettere questo senso ritmico come sento di fare nei miei concerti". L’ombra degli Alan Sorrenti del passato, quelli che le camminano accanto nel video di “Giovani per sempre“ è ingombrante?
"Direi, al contrario, che oggi è assolutamente necessaria. Mi presento in una nuova fase della mia vita professionale, ma munito di questo bagaglio che non voglio gettare via, anzi vorrei tornare ad esplorarlo".
Professionalmente, c’è qualcosa che le ha fatto particolarmente male?
"Forse quando sono stato trattato come l’artista che aveva tradito qualcosa. Quando dal prog, quindi dall’essere artista di nicchia, mi sono spostato su altre sonorità per cercare un pubblico molto più vasto. Non avevano capito che ero un ricercatore nella musica e volevo continuare a esplorare. Ho sempre voluto essere libero dagli schemi".
C’è qualcuno che le somiglia tra i giovani artisti?
"Per certi versi Frah Quintale mi ricorda l’Alan Sorrenti di Vorrei incontrarti, poi mi piace molto Venerus, un timbro di voce molto sofisticato. C’è anche qualcuno che mi somiglia parecchio, ma non vorrei svelare il nome perchè fa parte di un progetto più ampio".
Tra le persone che ha conosciuto, chi occupa un posto speciale?
"Sono molto legato a Tony Esposito. Abbiamo cominciato insieme e lo sento sempre molto vicino, nonostante non ci vediamo spesso. Fondamentale, poi, è stato il mio vecchio produttore esecutivo, Corrado Bacchelli, persona straordinaria, fuori dagli schemi come me. Ancora ritornano alla mente le sue frasi che mi sono ancora molto utili, peccato non ci sia più".
A che punto è il libro che sta scrivendo?
"Ho già lo scheletro, racconterò la mia storia dal mio punto di vista, in maniera particolare, perchè a me piace molto scrivere per immagini, però non voglio ancora svelare molto".
A chi lo dedicherà?
"Non posso ancora dirlo".