Sanità, non ci sono più alibi

Mese dopo mese lo scenario è sempre più allarmante

Medici

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Firenze, 20 novembre 2022 - Si cercano di mettere toppe qua e là salvando i servizi essenziali (pronto soccorso) non riuscendo contemporaneamente a dare una spinta risolutiva alle attività territoriali (visite ed esami) e a dare il supporto necessario alle eccellenze esistenti (cure specialistiche per acuti). E’ il quadro della sanità toscana. Mese dopo mese: lo scenario è sempre più allarmante. Se l’emergenza è continua non è più un’emergenza, ma una crisi profonda. Le motivazioni molteplici. La gestione della sanità è in mano alla Regione ma dipende molto dai trasferimenti statali. Le responsabilità? Ereditate, dell’oggi (post pandemia) ed esterne (risorse ministeriali).

Di fatto i soldi sono sempre pochi per coprire tutte le esigenze (in primo luogo del personale). E così il privato e il terzo settore avanzano nelle criticità del settore pubblico. Avete visto quanta gente c’è in fila negli istituti privati anche solo per fare esami standard del sangue? O per tagliare i tempi per un’ecografia? Oppure quanto associazioni laiche e cattoliche (Pubbliche assistenze e Misericordie) attraggono con gli ambulatoriali specialistici? Vuol dire che il Sistema sanitario nazionale e a cascata anche quello regionale mostrano precarietà fin troppo evidenti.

E’ il momento che il sistema centrale, il governo, e quello decentrato, la Regione appunto, mettano in primo piano la sanità. Non importa se i colori politici sono diversi. Aspettiamo che tra i provvedimenti dei primi cento giorni dell’esecutivo Meloni ce se sia uno dedicato ai cittadini che devono curarsi e che nel Bilancio, in via di presentazione, ci siano voci sicure di investimenti per il sistema di cura e prevenzione. Così come la giunta regionale guidata da Eugenio Giani deve dare una svolta alla politica per ambulatori, ospedali, assistenza per acuti e per far funzionare i servizi territoriali tradizionali e annunciati (le famose cure intermedie).

A Roma come a Firenze non ci sono alibi. C’è solo da fare.