Addio populisti doc. La svolta dei contiani

Lo scenario in arrivo

Pecore elettriche

Pecore elettriche

Firenze, 3 luglio 2022 - Non ci sono più i populisti di una volta. Luigi Di Maio si toglie il gilet giallo e dice che sarà ineluttabilmente draghiano, un argine - persino - al populismo. Manlio Di Stefano, quello che andava in Russia ai congressi di Russia Unita al grido di “un’altra politica estera è possibile”, ammette di aver sbagliato con certe sortite e di essere stato strumentalizzato dalla propaganda putiniana. Laura “Questo lo dice lei” Castelli, viceministra al Mef, dice addirittura che “in questi due anni i competenti sono stati messi da parte”, come se un tempo il M5s fosse tutta Harvard.

Ma pure chi è rimasto nel M5s senza seguire Di Maio nella scissione è in realtà perfettamente integrato nel sistema. Basta leggere le interviste, con tutto quel lessico luogocomunista da partito tradizionale elargito all’interlocutore: “Non c’è un automatismo”, dice Roberta Lombardi, quando le chiedono se le primarie in Sicilia saranno un modello nel Lazio e in Lombardia. Bisogna andare a pescare nel consiglio regionale toscano per recuperare un po’ di spirito delle origini.

Prendiamo la consigliera Silvia Noferi, già nota al pubblico fiorentino, che si è scagliata contro il rigassificatore di Piombino perché così “mettiamo a repentaglio la sicurezza di un’intera città e la trasformiamo in un obiettivo sensibile in caso di attacco militare da parte della Russia. Se fosse sganciato un missile su quel porto con la nave rigassificatrice si creerebbe una devastazione di proporzioni epocali. Come non si faccia a considerare tutto questo lo trovo un enigma”.

È dovuto intervenire un parlamentare del M5s, il livornese Francesco Berti, per dire che anche il ridicolo ha bisogno di un limite. “Si è perso il senso del limite. In un periodo difficile come questo, spaventare i cittadini prospettando attacchi al rigassificatore di Piombino è quanto di più distante dal principio di responsabilità e di realtà che dovrebbe guidare i rappresentati dei cittadini. Se la consigliera avesse notizie di una minaccia russa a Piombino si dovrebbe rivolgere alle strutture di sicurezza nazionali. Altrimenti, che taccia e faccia parlare gli esperti che hanno cognizione vera dei rischi. La politica non può spaventare le persone per demagogia o per ignoranza”.

Ora bisogna solo capire come finirà la rissa di Beppe Conte con Mario Draghi. Domani ci sarà il famoso incontro chiarificatore fra il presidente del Consiglio e il suo predecessore, parecchio adontato perché Draghi ha saggiamente tolto il cashback e il superbonus.

Ps: Circola da mesi l’idea del Conticidio. Un piano studiato e organizzato nei minimi dettagli per neutralizzare Conte. Ma non ce n’è bisogno di chissà quali complotti, ormai si sarà capito: il passante della Storia si fa fuori da solo, come un Matteo Salvini qualsiasi.

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