Parità di genere, solo chiacchiere dentro il Pd

Il commento del vicedirettore de La Nazione

Enrico Letta

Enrico Letta

Firenze, 2 ottobre 2022 - Tra i numerosi problemi che il Pd deve affrontare c’è anche il vero riconoscimento del valore donna. Dalla Toscana prima del voto e anche dopo sono arrivati segnali inequivocabili su questa vera e propria patologia. I dem fanno della parità di genere una battaglia, la inseriscono nel programma politico, la sbadierano nei dibattiti e poi non la concretizzano proprio al momento clou, le elezioni.

Ha scritto così su twitter il lucchese Andrea Marcucci, ex senatore del Pd, sconfitto alle ultime elezioni, già capogruppo a Palazzo Madama (dovette lasciare il suo posto quando Letta impose una donna a guidare il gruppo al Senato e così anche alla Camera): "La parità di genere nel Pd è servita solo all’inizio per consumare vendette personali. La rappresentanza femminile dem nel prossimo Parlamento è mortificante. Tante chiacchiere, zero risultati".

Il 14 agosto avevamo ricordato che una sindaca del Valdarno fiorentino, Giulia Mugnai, aveva così scritto, poco prima del varo delle liste dei candidati, così al segretario Letta: "Si continua, ancora una volta, a balbettare sui nomi femminili: parliamo della candidatura delle donne come della figurina di Pizzaballa, il pezzo introvabile e mancante per completare l’album Panini".

La sindaca aveva lanciato una donna, Elisa Simoni, sperando in un ripescaggio last minute, poi non avvenuto: "Non è la figurina di Pizzaballa, ma l’attaccante coi piedi buoni: le donne, anche in politica, finiscono quasi sempre per fare il mediano" aveva detto ancora Mugnai. E’ andata come previsto: il Pd ha giocato di rimessa con il suo potenziale rosa e non lo ha schierato in attacco, in prima fila, come esponenti da far primeggiare. Come mai? La domanda cade nuovamente nel vuoto. I numeri parlano chiaro: le donne dem sono meno di un terzo degli eletti. E per conquistarsi il posto hanno dovuto lottare, semmai in collegi contendibili.