Fausto Sarrini
Sport

Addio a Raoul Tassinari, ex grande amaranto e gentiluomo del pallone

E' morto uno dei giocatori simbolo della storia dell'Arezzo: è il quarto come numero di presenze nella storia della società. Il dolore di Ciccio Graziani

Raoul Tassinari

Arezzo 13 ottobre 2018 -   Se ne è andato in silenzio come nel suo stile di uomo schivo, riservato. Da diverso tempo non si vedeva in giro, la sua forte fibra stava cedendo e nella notte tra giovedì e venerdì se ne è andato.

RAOUL TASSINARI era un gentiluomo di cui si è perso lo stampo, un signore d’altri tempi, garbato e perbene, di grande educazione, che aveva fondato la sua vita su principi veri, solidi, sulla lealtà, la correttezza, sull’essere e non sull’apparire.  Tassinari era stato anche un bel giocatore. Nato a Bondeno in provincia di Ferrara il 31 ottobre 1932, avrebbe compiuto a breve 86 anni, amico di Giuliano Sarti, portiere doc, passò alla Fiorentina nel 1954, poi al Prato, quindi la lunga carriera nell’Arezzo, dal 1956 al 1965. Dieci campionati, quasi tutti in serie C, eccetto i primi due. Ben 242 presenze e 23 reti in campionato per questo centrocampista di qualità. Quarto in assoluto come numero di presenze della storia amaranto, preceduto soltanto da Butti, Neri e Mangoni.

L’esordio per una di quelle coincidenze molto particolari, avvenne proprio contro il prossimo avversario dell’Arezzo attuale, il Pontedera. Il 16 dicembre 1956 gli amaranto vinsero 4-0: si giocava allo stadio Mancini. 

E Tassinari c’era, peraltro in veste di capitano, anche il 24 settembre 1961, nello 0-0 con lo Spezia quando venne inaugurato lo stadio Comunale. L’anno precedente, nel 1960, dopo un’ottima stagione (31 partite, 6 reti) si era aggiudicato il Cavallino d’Oro, la challange del quartiere di Porta Santo Spirito, che qualche anno fa lo aveva premiato di nuovo.

Negli anni Novanta, durante la presidenza di Francesco Graziani che segnò la rinascita amaranto dopo il fallimento, ebbe incarichi come responsabile del settore giovanile e come osservatore. Graziani si fidava tantissimo dei suoi consigli e quando lo abbiamo avvertito era profondamente addolorato della perdita di un amico. Fino a quando aveva potuto, Tassinari era sempre allo stadio a seguire l’Arezzo, ormai la squadra del cuore. 

Nella nostra città era rimasto a vivere una volta terminata la carriera di calciatore. Conoscevamo Raoul da tantissimi anni, così come la sua famiglia, composta da persone splendide a cui ci lega un sincero affetto.  Alla moglie, alle due figlie, che Raoul adorava e lui era adorato da loro, un grande abbraccio da parte di tutta la redazione. E il ricordo di un grande uomo, con valori veri, che ci accompagnerà per sempre. 

Fausto Sarrini