"Pan de' Mia": in questo 2020, "Tovaglia a Quadri" diventa un film online

Non essendo possibile la cena durante la recita teatrale per il rispetto del protocollo anti Covid-19, è stata scelta la soluzione della pellicola dal titolo più che allusivo

Andrea Merendelli (a sinistra) e Paolo Pennacchini, autori di "Tovaglia a Quadri"

Andrea Merendelli (a sinistra) e Paolo Pennacchini, autori di "Tovaglia a Quadri"

Arezzo, 15 luglio 2020 - Come trasformare la pandemia in… “Pan de’ Mia”, ovvero il “pane dei miei” in versione dialettale. Una semplice scomposizione della parola per rivoluzionare ogni definizione. Il genio di Andrea Merendelli e Paolo Pennacchini ha partorito un’altra straordinaria “trovata” con molteplici significati, capaci anche di esorcizzare parentesi epocali non felici come appunto quella del Covid-19. “Pan de’ Mia”, con una spiga di grano che funge da accento nel clichè, è infatti il titolo che caratterizza quest’anno una “Tovaglia a Quadri” particolare: non essendovi la possibilità, per legge, di servire cibi e bevande prima, durante e dopo gli spettacoli – venendo meno, quindi, uno dei presupposti fondamentali – lo spettacolo sarà trasformato da piéce teatrale in vero e proprio lungometraggio online, che girerà tutto il mondo. In un film, per meglio dirla, con notizia svelata mercoledì 15 luglio al teatro dei Ricomposti di Anghiari: “E’ l’edizione numero 25, ma preferisco definirla “24 bis” – ha detto Andrea Merendelli, regista e autore assieme a Paolo Pennacchini – perché mi auguro che sia quella di passaggio per il ritorno nella veste autentica, costituita dallo scenario naturale del Poggiolino”. Ma oltre all’assonanza fonetica con il termine pandemia, perché tutto ruota attorno al pane? “Intanto – ha spiegato l’autore, Paolo Pennacchini - perché nei mesi dell’emergenza i suoi ingredienti, farina e lievito, erano divenuti praticamente introvabili nel nostro emisfero. In secondo luogo, perché il lockdown ci ha fatto riscoprire il piacere della cucina casalinga e poi c’è la causale stessa legata al pane come testimonianza del percorso compiuto dalle famiglie del paese”.