Saldi, un affare da 40 milioni: dopo la gelata dei regali da oggi via agli sconti

Grande attesa per l'inizio delle vendite promozionali specie sull'abbigliamento. Subito tagli drastici ai prezzi. Le stime di spesa delle categorie. Una stagione alla rovescia

I saldi invernali

I saldi invernali

Arezzo, 5 gennaio 2019 - Hanno preso il giorno per la notte, come i bambini: una stagione alla rovescio, dove le vendite si sono concentrate a novembre con il black friday, quando una volta non vendevi neanche le buste, e si sono diradate a dicembre, nel momento in cui c’era da riempire l’albero. Ma quello che non torna come al solito è il bilancio: lì dove i migliori festeggiano il pareggio su un anno di ritirata come il 2017 e gli altri lamentano cifre in rosso.

E’ lo scenario del commercio aretino: e in particolare di uno dei settori chiave, quello dell’abbigliamento, che da solo continua a monopolizzare buona parte delle vetrine del Corso. Uno scenario sul quale da oggi riprenderà a battere la bandiera degli sconti. I saldi invernali, la classica ciambella di salvataggio dopo il mezzo naufragio della stagione migliore. E qui le stime si inseguono.

Secondo la Confcommercio la tendenza aretina si attesterà su una spesa di 167 euro a testa, circa 400 a famiglia secondo la media dei 2,4 componenti per appartamento. Ne deriverebbe un affare dai 35 ai 40 milioni di euro, stavolta sì soprattutto concentrato sull’abbigliamento. Cifre diverse dalla Confesercenti: parla di 122 euro a testa e 280 a famiglia e il «monte» finale rischierebbe di essere decisamente più basso. Chi ha ragione? Lo sapremo solo ai primi di marzo.

Anzi prima, visto che ogni stagione di saldi si gioca soprattutto nei primi giorni: alla rovescia, proprio come le vendite di dicembre. Su una cosa sono tutti d’accordo: fin dall’inizio la percentuale degli sconti si impennerà. Il classico «fino al 70%» potrebbe essere 70% davvero, per mettere il sale sulla coda degli acquisti salva-bilanci. E su un altro punto c’è accordo quasi totale: la clientela potenziale c’è, secondo Confesercenti il 45% dei consumatori ha aspettato gennaio per comprare. Però, dice Ascom, sul totale delle famiglie solo il 60% si prepara ad approfittarne: circa novantamila, portato sui numeri reali.

Acquisti? Scarpe e maglieria, maglieria e scarpe. E se a Natale sono andati a ruba gli oggetti più piccoli ed economici, sciarpe e guanti in testa, ora è il momento di andare al sodo: piumini, felpe, sneaker, zaini, capispalla con preferenza all’abbigliamento informale e di stagione. Una partita nella quale sono coinvolti circa mille negozi ma che si allargherà anche a settori un tempo pressoché esclusi come gioiellerie e simili.

Orientamenti? Secondo il presidente di Federmoda Confcommercio Paolo Mantovani non esaltanti, «il rischio è che i consumatori abbiano perso l’abitudine a questo appuntamento, presi come sono a cercare sconti tutto l’anno». E a trovarli, verrebbe da aggiungere: a Natale con le liquidazioni e perfino alla vigilia dei saldi con gli sconti anticipati e «fantasma».

«In ribasso l’acquisto medio ma sempre significativa la media a famiglia» spiega da Confesercenti il direttore Mario Checcaglini. Sullo sfondo di un mondo cambiato, dove gli ordinativi per amazon e dintorni spalmano gli sconti sui dodici mesi, dove i prezzi interi finiscono per non avere mai un periodo di sfogo. Ma dove il vecchio negozio continua a difendersi sul piano della qualità e anche dell’appoggio al cliente. Se via internet ti arriva un televisore rotto non hai una persona fisica alla quale dirlo e dalla quale avere ragione. E torni a rimpiangere le vecchie botteghe.