Effetto quota 100: mille in pensione, mini boom ma 30% meno delle attese

Sindacati: Avevamo previsto 1500 nuovi pensionati. Per qualcuno ha giocato un ruolo fondamentale il divieto di cumulo. "Nessuna nuova occasione di impiego per chi era fuori"

Quota 100

Quota 100

Arezzo, 30 luglio 2019 - Forse il dato è al di sotto delle attese, di certo si può parlare di boom di pensionati: in tutto il territorio aretino sono un migliaio le persone che hanno aderito a ‘quota 100’ e salutato il mondo del lavoro per godersi il meritato riposo. Il dato viene riferito da fonti del patronato Inca Cgil: «Sicuramente le uscite sono aumentate ma ci aspettavamo un 30% in più, avevamo preventivato circa 1500 nuovi pensionati».

Sempre secondo le stesse fonti, questo risultato al di sotto delle attese ha una causa ben precisa: «Per qualcuno ha giocato un ruolo fondamentale il divieto di cumulo. Chi va in pensione con quota cento può svolgere soltanto attività che comportino un guadagno di 5 mila euro lordi all’anno, al massimo. Probabilmente chi ha maturato i requisiti ma ha ancora un’età in cui sente di potersi dedicare ancora a qualche progetto lavorativo, viene scoraggiato dall’andare in pensione».

Se c'è una certezza, almeno dalle parti del sindacato, è che quota cento, così come il reddito di cittadinanza, non hanno creato per ora nessuna nuova occasione di impiego per chi era fuori: «Per un migliaio di persone che sono andate in pensione, non c’è stato un massiccio ingresso da parte degli altri nel mondo del lavoro. Ugualmente, non abbiamo ancora nessuna notizia di persone che siano passate dal reddito di cittadinanza a una posizione lavorativa».

Insomma, al momento la creazione di un numero significativo di posti di lavoro rimane una chimera, secondo le stime del patronato. Ma le preoccupazioni in casa Cgil sono anche altre: «Nelle prime settimane di applicazione di quota 100 abbiamo notato come l’Inps fosse molto solerte nel liquidare le pratiche. Adesso vediamo che c’è stato un certo rallentamento. Non vorremmo pensare, maliziosamente, che il provvedimento avesse esaurito la sua funzione, vale a dire mettere sotto i riflettori una misura che era una sorta di vetrina per il Governo e adesso, a bocce ferme, cominciassero i distinguo».

E poi c’è anche la questione più importante di tutte dal punto di vista del sindacato, il superamento della legge Fornero: «Per quanto riguarda le pensioni di vecchiaia, non è cambiato niente. Si continua ad andare in pensione a 67 anni, con un assegno che diventa sempre più esiguo. Bisogna assolutamente mettere mano a questa situazione, altrimenti chi è giovane oggi andrà in pensione domani a 70 anni e con poche centinaia di euro».