Al Petrarca il Nuovo Balletto di Toscana per onorare il Giorno della Memoria

Il pluripremiato coreografo Mario Bermúdez Gil traduce in danza le note del “Quatuor pour la fin du temps”

Quatuor pour la fin du temps

Quatuor pour la fin du temps

Arezzo,24 gennaio 2024 – Il “Quatuor pour la fin du temps”, opera del musicista francese Olivier Messiaen considerata uno dei più alti esempi di musica cameristica del 900, composta durante la prigionia del suo autore nel campo di concentramento di Görlitz, nella Polonia occupata dal nazismo, tradotta in danza dal coreografo Mario Bermúdez Gil e interpretata dal Nuovo Balletto di Toscana.

È così che al Teatro Petrarca di Arezzo (via Guido Monaco 12) sarà onorata la Giornata della Memoria, nell’ambito della programmazione nata dalla sinergia tra Fondazione Toscana Spettacolo onlus (riconosciuta dal Ministero della Cultura come primo Circuito Multidisciplinare in Italia per il 2023), Fondazione Guido d’Arezzo e Comune di Arezzo.

Appuntamento giovedì 25 gennaio alle 21 con questa produzione firmata Nuovo Balletto di Toscana con la direzione artistica di Cristina Bozzolini che vedrà in scena i danzatori Matteo Capetola, Francesca Capurso, Carmine Catalano, Alice Catapano, Beatrice Ciattini, Matilde Di Ciolo, Veronica Galdo, Mattia Luparelli, Aldo Nolli, Niccolò Poggini.

“La circostanza della genesi di quest’opera – spiega il pluripremiato artista spagnolo Mario Bermúdez Gil – desta una fortissima commozione. Ho cercato di mantenere una stretta connessione con la struttura originale della composizione e con le fonti bibliche che hanno ispirato Messiaen.

Il mio intento è quello di tracciare il più possibile il parallelo tra l’ispirazione della partitura musicale e la mia coreografia, che si nutre di un lavoro di ricerca con i danzatori del Nuovo Balletto di Toscana, di quella fisicità e quel dinamismo che rende riconoscibile il mio linguaggio. Spero che il potere dell’immaginazione e della creatività, insieme all’instancabile ricerca, possa fortificare e animare l’unicità e la potenza di questo capolavoro” (info www.fondazioneguidodarezzo.com).