Va a pesca e accusa un malore Ritrovato in fin di vita sulla diga

L’uomo aveva fatto perdere le proprie tracce: gli amici lo cercavano da ore. Intervento della Forestale

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Una gita in Valtiberina che ha rischiato di trasformarsi in tragedia per un 61enne appassionato della pesca "no kill" residente a Scandicci, popoloso centro dell’hinterland fiorentino. Provvidenziali i soccorsi, grazie alla fondamentale conoscenza del territorio. Assieme ad altri quattro amici, l’uomo aveva raggiunto venerdì mattina la zona "tail water" del Tevere, compresa fra la diga di Montedoglio e il ponte di Sansepolcro. Il gruppo si era sistemato lungo la sponda destra in località "I Tavolini", nel Comune di Anghiari; alle ore 12, l’ultimo contatto con il 61enne, che però nel pomeriggio non era ricomparso e alle 18, con il buio già calato, gli amici avevano cominciato a preoccuparsi, perché lo avevano cercato attraverso il cellulare che suonava, ma nessuno rispondeva. Allertato, il 112 inviava sul posto i carabinieri forestali muniti di torce e strumentazione gps al fine di localizzare il telefonino, che risultava attivo a tratti.

La zona veniva battuta palmo a palmo, in condizioni non facili e verso le 19,30 i militari individuavano la persona scomparsa con i piedi in acqua e il corpo adagiato sulla sponda, che respirava e aveva il battito cardiaco regolare, ma che aveva anche perso conoscenza. La tac effettuata all’ospedale ha evidenziato una possibile emorragia cerebrale e dopo i primi accertamenti il ferito è stato trasportato d’urgenza alle Scotte di Siena, dove versa in gravi condizioni.