
Uccise madre e figlia. Hicham rischia l’ergastolo
Già oggi potrebbe arrivare la prima verità giudiziaria sul doppio femminicidio di San Lorentino. Nell’aula della Vela è infatti in programma l’udienza in Corte d’Assise con alla sbarra Jawad Hicham, il marocchino di 38 anni che il 13 aprile scorso massacrò a coltellate la moglie Sara Ruschi, coetanea, e la suocera Brunetta Ridolfi di 73 anni: le finì con decine di coltellate di fronte al figlio di 17 anni che ha chiesto, senza mezzi termini, il carcere a vita per il padre assassino: "Lui per me non è più niente", aveva detto nei giorni scorsi il giovane a La Nazione.
Il cuore dell’udienza sarà la requisitoria del pubblico ministero Marco Dioni che, con ogni probabilità, dovrebbe chiedere l’ergastolo per Hicham accusato di omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela.
Dal carcere di Prato, dov’è rinchiuso, Hicham aveva scritto un biglietto alla presidente della corte, Annamaria Loprete, invocando il perdono ed evocando l’accesso alla giustizia riparativa. Un percorso in cui elaborare il pentimento e provare a riallacciare, se possibile, quel filo spezzato coi figli. Lo prevede la riforma Cartabia.
L’avvocato di Jawad Hicham, Maria Fiorella Bennati, aveva chiesto di poter accedere al rito abbreviato che prevede uno sconto di pena. Una mossa bocciata dalla Corte per chiudere il processo ed evitare l’ergastolo a Hicham. Lui rischia il "fine pena mai" per il doppio delitto, anche se non gli è stata riconosciuta la premeditazione.
L’altra carta tentata dalla difesa è stata quella della perizia psichiatrica visto che l’assassino avrebbe preso farmaci antimaniacali e antipsicotici per contrastare comportamenti deliranti. "E la somministrazione costante denota il sospetto sulla sua piena capacità di intendere e volere" aveva detto in aula l’avvocato Bennati, con l’opposizione dell’avvocato Alessandra Panduri che tutela gli interessi dei familiari delle vittime. Richiesta, anche questa, respinta dalla Corte.
Oggi si potrebbe già arrivare a sentenza dopo la richiesta di condanna da parte di Dioni ma è probabile che l’udienza sia aggiornata per le eventuali repliche delle parti.
Federico D’Ascoli