Truffa Etruria, la rabbia degli azzerati: "Così il sistema è stato assolto"

Verdetto atteso per ore. Letizia Giorgianni: “E' bizzarro che addetti alla vendita abbiano piazzato i bond a proprio rischio e pericolo senza meccanismi premiali o punitivi».

Letizia Giorgianni

Letizia Giorgianni

Arezzo, 30 settembre 2019 - Sono di fronte al tribunale, aspettano senza scomporsi la sentenza su uno dei filoni chiave nella vicenda di Banca Etruria: quella legata al reato di truffa. Una sentenza che arriva nel pomeriggio, l'assoluzione della cosiddetta cabina di regia e condanne ad alcuni dipendenti, non proprio quello che aspettavano.

Il comitato delle vittime salvabanche ha seguito passo passo tanti degli sviluppi giudiziari e certo non poteva mancare nel giorno in cui è stato letto il verdetto. Un verdetto che si incrocia con i rimborsi richiesti e le novità legate agli altri filoni giudiziari, a cominciare da quello per bancarotta dove nei giorni scorsi ha testimoniato il liquidatore Giuseppe Santoni.

«Sono arrabbiata per non dire di peggio»: Letizia Giorgianni, pasionaria delle «Vittime del Salvabanche», va giù duro sulla sentenza che ha mandato assolti quattro dirigenti apicali di Etruria. «Di fatto è stato scardinato il cuore dell’inchiesta che era stata condotta con cura e dedizione dai pm e dal procuratore Roberto Rossi che apprezzo sempre di più. Non era facile mandare a processo un centinaio di persone ma purtroppo la sentenza, che io rispetto, non fa giustizia».

Secondo Giorgianni «è passato il principio che il sistema non c’entra, che i responsabili sono solo quattro dipendenti, che non esisteva alcuna cabina di regìa. Come dire che le mele marce possono essere dappertutto ma che non ci sono stati mandanti, che non c’era un meccanismo calato dall’alto per vendere le obbligazioni fasulle a persone che non avevano la profilatura giusta».

E’ un fiume in piena Giorgianni: «Manca qualcosa, trovo bizzarro che addetti alla vendita abbiano piazzato questi bond a proprio rischio e pericolo senza che vi fossero meccanismi premiali o punitivi».

«E’ vero - aggiunge la leader delle Vittime del Salvabanche - che le quattro condanne fanno passare il principio che la truffa ci fu anche se non di sistema. Dovrà dunque esserci, in ogni caso, anche una presa di coscienza da parte di Bankitalia che in questa vicenda ha tante piume bagnate».

«Intanto l’iter si è fermato e gli stanziamenti previsti per i rimborsi nel 2019 che fine hanno fatto? A questo punto, date le lungaggini del decreto per i rimborsi qualcosa si smuoverà forse nel 2020 ma nel frattempo si è perso molto tempo»