ALBERTO PIERINI
Cronaca

Tanti eventi ma non "spaccano" Fortezza e Mengo: estate ricca Addio al traino di arte e rock? Cinatti: "C’è spazio per crescere"

Con Arezzo Wave eravamo il faro della musica estiva, un marchio rimasto anche con il Play Art. Direttore Fondazione: "Proposta già alta ma niente è impossibile, tra risorse e l’ok della Regione". Icastica, tra alti e bassi, aveva però costruito un format: ora sulle mostre a guidare è Cortona. .

Tanti eventi ma non "spaccano" Fortezza e Mengo: estate ricca Addio al traino di arte e rock? Cinatti: "C’è spazio per crescere"

di Alberto Pierini

C’era una volta Arezzo Wave: le code in autostrada, le auto in sosta ad un chilometro dallo stadio, il pellegrinaggio da mezza Europa. E c’era il Play Art, che di diritto o di rovescio portava qui Lou Reed, Peter Gabriel, Joan Baez, i Deep Purple ed è solo un assaggio. E ora?

L’estate non è di quelle povere. Il Mengo ha riempito il Prato, rinnovando ad alto livello la formula della musica Indie e scommettendo anche su due serate a pagamento. La Fortezza propone un cartellone continuo, con nomi e cognomi di qualità. Ma c’è un traino nazionale perduto.

Gira gira fai fatica a incrociare i ferri con una Lucca che un anno spara Elton John e l’anno dopo Robbie Williams. E anche altri centri della Toscana sono in fuga. Pazienza, guardiamo oltre?

"Da parte nostra – dice convinto Paco Mengozzi, patron del Mengo – saremmo felici di alzare l’asticella con nomi forti anche internazionali. Certo non lo possiamo fare da soli". Era il sostegno che una volta Arezzo Wave e il Play prendevano dalla Regione e da grandi sponsor. Impossibile tornare competitivi lì dove un tempo eravamo vincenti?

Lorenzo Cinatti, intelligente guida della Fondazione Guido Monaco, non si nega alla sfida. "Certo il mercato musicale è cambiato rispetto a quegli anni, è sempre più difficile pilotare i massimi artisti del rock o inserirsi nei tour mondiali. Però è un obiettivo che anche a me piacerebbe". Lui, l’uomo della classica e del buon teatro? "Calma, per me esistono solo la buona e la cattiva musica, i generi c’entrano poco".

Se entri nel concreto escono più ostacoli che scivoli. "Il Mengo secondo me ha dato ottimi risultati: mantenendo la massima sicurezza, ha convogliato sul Prato un pubblico giovane che ormai sceglie Arezzo".

Le stelle stanno a guardare? Per ora sì. "Per salire ci vuole un progetto di grande qualità e la disponibilità anche della Regione: ma son o convinto che quella ci sia, l’attenzione sulla città è alta". Anche se in questo momento è il Maggio Fiorentino a togliere il sonno a Giani. Un salto imporrebbe almeno il ritorno allo stadio, che comunque è una delle ipotesi che si fanno largo, specie dopo la sistemazione del Prato.

"Ma quello che conta è mettere su un evento che abbia una sua personalità e non sia una brutta copia di altri, il pubblico sa scegliere". Una strada che era larga ed è diventata stretta, tra le pieghe di una storia che ha avuto i suoi alti e bassi.

E un altro fronte è quello dell’arte, contemporanea ma non solo. C’era una volta Icastica, non sempre al top ma comunque un format inedito.E’ stata cancellata ma d’estate le proposte non fioccano. Anzi, la Galleria di San Francesco, bellissima, apre più per la Lego a Natale che per altro: ottima idea, i risultati di pubblico lo dimostrano, ma la vocazione dovrebbe essere un’altra. E sui grandi classici siamo fermi alla storica mostra su Piero di tanti anni fa e a quella sui Della Robbia.

In un’estate dove Cortona ha messo la freccia: marcando un evento a livello nazionale con Signorelli e confermando l’estrema qualità di On The Move e delle sue passerelle fotografiche. Malgrado tutto il turismo gonfia le vele e l’Antiquaria è in piena risalita. Due buoni motivi per non accontentarsi. E provare ad alzare la posta.