Storie di contagio: Monica dalla pensione alla corsia, "Non potevo stare a guardare"

Bettoni, prima il passaggio a Bergamo poi in servizio a Parma: "Duecento pazienti, tutti Covid. Il rituale della vestizione". Anche un altro medico ha fatto la stessa scelta

Monica Bettoni

Monica Bettoni

Arezzo, 5 aprile 2020 - E’ già al lavoro nell’ospedale Covid di Vaio a Fidenza, a due passi da Parma. Monica Bettoni, già deputata, sottosegretaria, direttrice dell’istituto superiore di sanità si è ributtata in mischia per combattere il virus.

Chi gliel’ha fatto fare? «Sono un medico chiamato a fare la sua parte».

Cosa le hanno detto in famiglia? «Alberto, mio marito, ha detto solo: la scelta è tua».

E sua figlia? «Marta è un medico e questo la dice lunga».

Dove si trova attualmente? «In un albergo a Vaio, ho appena finito il turno del primo giorno di lavoro».

Com’è stata organizzata la partenza? «Il primo aprile la Protezione Civile ci ha radunato a Roma, eravamo un’ottantina di medici in totale. Ci hanno dato le istruzioni e il mattino dopo siamo partiti, ognuno secondo la sua destinazione».

Lei verso il nord? «Insieme a quelli destinati in Lombardia, Emilia e Trentino».

Scalo a Bergamo... «Esattamente. E da lì siamo saliti nei pullman verso le rispettive assegnazioni. Io a Parma, destinata all’ospedale Covid di Vaio».

Che situazione ha trovato? «Non l’assoluta emergenza di una settimana fa quando, mi hanno detto, non si sapeva dove mettere le mani. Adesso il quadro sembra essere stabilizzato».

Che ospedale è? «Ha duecento posti letti e tutti pazienti Covid».

Comè stato il primo giorno di lavoro? «Inizialmente dedicato alle istruzioni per la vestizione, un aspetto fondamentale perché sono molte le cose da tenere a mente e perché non si può sbagliare».

A vestizione conclusa? «Ho preso visione dell’organizzazione e poi ho iniziato il servizio come tutti quanti».

Un’esperienza forte... «Fortissima e dalla quale non potevo sottrarmi».

Durata? «Tre settimane, poi tornerò ad Arezzo».

In vista di una nuova partenza? «Credo di no e comunque spero per tutti che non ci sia più bisogno di medici che dalla pensione rientrano al lavoro. Vorrebbe dire che questa benedetta emergenza sarebbe finalmente passata».

Vi sentite un po’ eroi? «Non lo siamo, nessuno vuol esserlo. Ma la professione di medico si svolge anche e soprattutto con il cuore».

In bocca al lupo... «Aspetti un attimo».

Prego... «Voglio aggiungere che non sono sola ad aver dato la mia disponibilità. C’è una cara collega aretina che è rientrata dalla pensione e che presta servizio in in un ospedale del Nord. E’ Sonia Nannoni e si trova in Val d’Aosta. Mi sembrava giusto ricordarlo».