
Una scena dalle telecamere di sorveglianza
Arezzo, 15 maggio 2015 - Il cubano, oggi ha 32 anni, che sparò davanti al Monella di via Calamandrei, arrestato per tentato omicidio, è stato assolto da quell’accusa, che, per le richieste del Pm Julia Maggiore, gli sarebbe potuta costare 12anni di galera. Ieri in tribunale il giovane, difeso dagli avvocati Filippo Chiodini e Marco Bufalini, è stato giudicato colpevole solo di porto abusivo d’armi, accusa per la quale dovrà scontare 2 anni con la condizionale.
Il drammatico episodio risale al 30 settembre 2011. I buttafuori del locale non lo lasciarono entrare: era alticcio. Ma lui tornò a casa, afferrò il fucila da caccia dello zio, e tornò al night, sparando due colpi, uno in aria e l’altro contro le scale d’entrata al locale. Poi scappò via.
Gli uomini della Mobile lo riconobbero dalle immagini della telecamera a circuito chiuso e la mattina dopo andarono ad arrestarlo nella ditta in cui lavorava. Con l’accusa appunto di tentato omicidio. Prima il Gip lo lasciò in carcere ma liberandolo dall’accusa specifica. Poi una perizia balistica lo incastrò ancora: voleva uccidere i buttafuori di un night, contro i quali sparò ad altezza d’uomo.
Il Gip Anna Maria Loprete convalidò sì l’arresto ma non per il tentato omicidio: ci voleva una perizia balistica, disse, per stabilire se voleva uccidere. A distanza di tempo il nuovo Pm, Elio Amato dispose una nuova perizia balistica che determinò come il secondo colpo fosse diretto contro un terrazzino, quello in cui, secondo molti testimoni, c’erano i buttafuori. Ecco dunque la nuova contestazione di tentato omicidio che portò il giovane nell’aula di un altro Gip, Piero Giorgio Ponticelli.
Una nuova perizia ha accertato che il secondo colpo sparato con il fucile dello zio era effettivamente diretto verso il terrazzino all’ingresso del locale. Ma niente determina che su quel terrazzino ci fosse un buttafuori. I risultati della perizia sono stati portati ieri in aula. Il Pm Julia Maggiore ha chiesto 12 anni per tentato omicidio. Il collegio, presieduto da Cecchi, ha valutato invece che nel gesto del cubano mancasse la volontà di uccidere. Le immagini delle venti telecamere non sono state prodotte.