Sotto le macerie della Guerra: la foto storica in regalo ieri con La Nazione

E' il 1943 e anche la zona della Pieve finisce sotto le bombe, intorno passanti spaventati come fantasmi si aggirano in uno dei punti più famosi della città. La decima foto storica; La nona foto; L'ottava foto; La settima foto; La sesta foto; La quinta foto; La quarta foto; La terza foto; La seconda foto; La prima carrellata; La seconda carrellata; La terza carrellata

La Pieve distrutta

La Pieve distrutta

Arezzo, 26 maggio 2016 - Non se lo aspettavano gli aretini che finisse così. Non se le aspettavano di ritrovarsi in una città ridotta a un cumulo di rovine, come mostra la foto delle distruzioni intorno alla Pieve in regalo ieri con La Nazione. Chi li ha vissuti ricorda i giorni dopo l’8 settembre dell’armistizio come un periodo di sospensione, sul filo fra l’euoforia della guerra che pareva finita e il vuoto di potere di un’Arezzo in cui non comandava più nessuno. Poi arrivarono i tedeschi, poi quel che restava del fascismo si riorganizzò e la provincia si ritrovò nel territorio della Repubblica Sociale, la repubblica diMussolini redivivo e liberato.

Ma il peggio doveva ancora venire e arrivò a partire da novembre, quando cominciarono su una città stordita i bombardamenti anglo-americani contro quello che era pur sempre un importante nodo strategico e delle comunicazioni. Nella foto 1, ripresa da un bombardiere alleato, vediamo i funghi di fumo delle esplosioni provocati da un’incursione,

Seconda Guerra 1

nella foto 2 le devastazioni dei bombardamenti incessanti da novembre fino a febbraio: il palazzone di via Crispi sventrato. In poche settimane Arezzo si spopolò, con la gente che sfollava verso le campagna circostanti, ridotta a una città fantasma. Insieme agli aretini si trasferirono anche i servizi pubblici essenziali, le strade vivevano di giorno e si svuotavano col buio o al primo suono della sirena.

Seconda Guerra 2

Ma, nonostante le centinaia di morti era ancora niente rispetto a quello che stava succedendo nelle campagne e nelle montagne, dove si stava organizzando il movimento partigiano.

A partire dalla primavera gli occupanti tedeschi (nella foto 3 un aereo militare nazista a Molin Bianco) scatenarono il terrore contro i civili per togliere consenso alla Resistenza: il 13 aprile la prima grande strage a Vallucciole, cui seguiranno quelle di Civitella il 29 giugno, Cavriglia il 4 luglio e San Polo il 14 luglio.

Seconda Guerra 3

In tutto, fra piccoli eccidi e grandi massacri, un migliaio di vittime. Intanto, gli Alleati erano giunti alle porte di Arezzo. Il 16 luglio entrarono in città, come si vede nelle foto 5 (un carro armato Sherman in via Vittorio Veneto)

Seconda Guerra 5

e soprattutto 4 (l’accoglienza festosa degli aretini liberati). Ad aspettarli davanti al Duomo il Vescovo Mignone, uno dei pochi che mai abbandonò la sua sede. Sembrava un Vescovo di epoca barbarica,lo descrisse lo storico Giorgio Spini.

Seconda Guerra 4

Nella foto 7 l’abbraccio dei fratelli Donnini, uno dei quali, Aldo Donnini, era stato uno dei capi militari della Resistenza.

Seconda Guerra 7

Nella foto 6, infine, le truppe inglesi al Prato: cominciava un’altra epoca.

Seconda Guerra 6

di Salvatore Mannino