
Sos per i faggi del Falterona. Accordo con Federparchi per tutelare gli alberi storici
Progetto per tutelare la foresta di faggio del Monte Falterona. Le famose faggete che hanno ottenuto anche il riconoscimento dell’Unesco come patrimonio dell’umanità e che ogni anno sono attraversate anche da numerosi pellegrini e turisti. L’azienda casentinese Freschi&Vangelisti ha prorogato fino al 2028 l’accordo con Federparchi per realizzare il progetto "Istituzione di un regime di tutela per la foresta di faggio di Monte Falterona, alle Sorgenti dell’Arno". Lo scopo è quello di proteggere una porzione di 30 ettari di foresta di faggio nella zona di Capo d’Arno, dove nasce appunto il terzo fiume d’Italia. "La tutela degli habitat naturali necessita del contributo di tutti - spiegano da Federparchi - a partire dalle singole persone. Tuttavia, per la sostenibilità, è di grande importanza il ruolo e il sostegno delle imprese, a partire da quelle presenti sul territorio. Lo è per quanto riguarda la responsabilità sociale e, soprattutto, per la creazione di comunità sensibili ai temi della conservazione della natura". E Freschi&Vangelisti ha voluto darsi da fare per queste inimitabili faggete del Parco, per proteggere le stesse e la biodiversità in esse presente. "Le antiche Faggete del nostro Parco sono già Patrimonio dell’Umanità - dicono gli imprenditori Denise e Stefano della Freschi&Vangelisti - Ci sentiamo in dovere di dare un’opportunità a questi boschi, di farli crescere ancora perché rappresentano il bene più prezioso che abbiamo. Personalmente e come azienda, dobbiamo tanto a questi faggi che ci hanno ispirato nuovi percorsi creativi, di cui ci faremo promotori come famiglia. Percorsi che saranno legati a un nuovo progetto che parla di arte, cultura e valorizzazione del patrimonio delle comunità. Ringraziamo i vertici del Parco delle Foreste Casentinesi e Federparchi, per averci sostenuto e affiancato in questo percorso".
Il progetto interessa una foresta di Faggio di 30 ettari, collocati in una area di particolare interesse naturalistico e ambientale la cui superficie ricade nel Comune di Pratovecchio Stia, già di proprietà dell’Ente Parco. Nell’area non verrà effettuata alcuna forma di sfruttamento forestale in quanto destinata ad incrementare la quantità di biomassa forestale così da assorbire e stoccare per decenni importantissime quantità di carbonio. La foresta garantisce, infatti, servizi ecosistemici fondamentali essendo un tipo di habitat di grande valore, ideale per molte specie, assicura il ciclo dell’acqua purissima alla sorgente dell’Arno e offre un ambiente eccellente e salutare per i visitatori. La Foresta ricade nella Zona Speciale di Conservazione denominata IT5180002 "Foreste dell’Alto Bacino dell’Arno" della Rete europea Natura 2000.