FRANCESCO TOZZI
Cronaca

Sorpasso mortale con la Porsche: condannato

Ieri la sentenza di primo grado: per Raffaele Coppola 2 anni e 6 mesi. Con una manovra azzardata mandò a sbattere Gianmarco Brandini

di Francesco Tozzi

"Non ci interessa un risarcimento economico, l’importante è che finalmente giustizia è stata fatta. Da oggi si deve sapere che Gianmarco ce l’hanno portato via". Sono lacrime di gioia quelle che ieri hanno rigato il volto dei genitori di Gianmarco Brandini dopo aver udito la sentenza che ha condannato Raffaele Coppola per la morte del figlio 21enne avvenuta lo scorso anno in un incidente stradale. Ieri una forte emozione ha travolto i familiari alle ore 15, quando dal Tribunale di Arezzo è giunto il responso del processo. Una condanna in primo grado a 2 anni e 6 mesi a carico dell’imputato di 54 anni residente in Valdarno per il reato di omicidio colposo stradale, come richiesto dal pubblico ministero. Per Coppola è stata revocata la patente. Inoltre dovrà pagare una provvisionale pari a 30 mila euro per il babbo e 20 mila per la sorella, oltre a coprire interamente le spese processuali.

Un esito pesante, che arriva nonostante la richiesta del rito abbreviato che di per sé implica uno sconto di pena nel giudizio finale. Una sentenza sopra ai 2 anni, che toglie il privilegio di poter godere della condizionale. Le motivazioni sono attese entro i prossimi 60 giorni e il condannato, vista l’entità della pena, potrebbe decidere assieme ai suoi legali di ricorrere in appello. L’esito è stato incerto fino all’ultimo. La relazione sulle due perizie svolte dal tecnico della Procura e dal tecnico di parte, quasi totalmente divergenti, potevano concedere qualche possibilità a Coppola. Ma così non è stato. Il giudice Claudio Lara ha dato invece risalto alla perizia dell’ingegner Canè. Brandini, secondo questa ricostruzione, si trovava alla guida di una Mazda 2 con le gomme consumate e stava percorrendo la provinciale della Penna a 90 chilometri orari, mentre il limite su quel tratto è fissato a 50.

Improvvisamente, sempre secondo il perito, il giovane si sarebbe trovato di fronte una Porsche 992 che stava rientrando da un sorpasso ad una velocità di 110 chilometri orari. La Porsche sarebbe riuscita ad inserirsi nella propria carreggiata, ma il 21enne per schivarla avrebbe sterzato, perdendo il controllo dell’automobile.

Una manovra in cui ci fu turbativa, come sostenuto dall’ingegnere. Nel corso dell’udienza preliminare, l’uomo allora accusato di omicidio stradale dichiarò di non ricordare niente di quella tremenda serata. Il giudizio finale si è basato quindi esclusivamente sulle due perizie e sul verbale dei carabinieri, che riporta le testimonianze di chi quella notte ha assistito all’incidente, confermando il sorpasso azzardato della Porsche 992, veicolo identificato anche dalle telecamere. "Siamo estremamente soddisfatti per l’esito del processo, sia da un punto di vista professionale che umano - ha dichiarato l’avvocato Alessandro Calussi, legale della famiglia Brandini - Ho visto una famiglia soffrire profondamente in questo lungo anno. Oggi (ieri, ndr) almeno un piccolo sorriso l’ho visto". Quattordici mesi esatti sono trascorsi dal giorno del tragico evento, la notte del 28 maggio 2021. Certo, Gianmarco su quella strada procedeva ad una velocità al di sopra del limite previsto, ma se non si fosse verificato quel sorpasso azzardato dalla corsia opposta, sarebbe riuscito a tornare a casa. Nessun risarcimento potrà restituire il ragazzo alla sua famiglia, ma la giustizia è riuscita in breve tempo a dare risposte a chi cercava instancabilmente la verità.