ALBERTO PIERINI
Cronaca

Shopping: sprint regali ma l’assalto non c’è Negozi a orario continuato, mercatini mobilitati

Volume di affari da 50 milioni, ritmo più lento nelle ultime ore. Bilancio bene in centro, meno in periferia. Ecco come cambia la città delle feste

di Alberto Pierini

Lanciano le reti per l’ultima volta. E con le forze residue. Il mondo del commercio, e insieme quello della ristorazione, sono in trincea ormai dal 20 novembre. La partenza anticipata della Città di Natale ha bruciato le lancette a tutti. E trasformato gli orari. Specie nella parte finale. Apertura, è chiaro, tutti i sabati e domeniche: una corsa che in genere scattava poco prima dell’otto dicembre e ora infuria da metà novembre. E una inedita dimestichezza con l’orario continuato. Non è per tutti e non tutti lo fanno. Ma ormai le aperture a cavallo del pranzo non si fermano solo ai templi del low cost e alle catene.

No, anche diverse imprese familiari o quasi fanno lo stesso. E oggi sarà il giorno della resa dei conti: conti che comunque tornano per una buona parte del centro. Il giro di opinioni dei giorni scorsi parlava chiaro. C’è chi lamenta un bilancio minore ma i più sono ormai a cifre da Natale 2019. Prima della pandemia anche se non al top, che in molti identificano nel 2017.

Comunque un Natale di netta ripresa: l’anno scorso le vetrine erano state riaccese tardi, i mercatini non c’erano, il clima era completamente diverso. Stavolta qualcosa è scattato e il cambio di passo c’è stato. A due velocità. Perché è chiaro che i riflettori del centro spesso tengono in ombra la periferia. Succede ai ristoranti, che pagano le code infinite ai locali della cerchia murata, e succede anche alle attività commerciali.

La torta, secondo le stime che Confcommercio faceva solo sul fronte degli acquisti di Natale, era di di oltre 50 milioni di euro. Un dato medio, comune a buona parte della Toscana, ma che qui dovrebbe essere stato superato. Tradizionalmente una fetta di quella torta si consuma allo sprint. Gli ultimi regali, la convinzione di chi solo nel finale mette a fuoco la voglia di fare qualcosa. E il fronte amplissimo della gastronomia, il settore forse di punta della stagione, che naturalmente viene al pettine a ridosso dei veglioni e dei cenoni: che saranno spesso "cenini" per motivi Covid ma comunque continuano a tirare.

La partita è uguale per tutti ma non troppo. Ci sono settori fatalmente che vanno meglio. I giocattoli in testa, per le caratteristiche della festa. Dischi e libri per la tendenza a regali dal ticket non esagerato. L’intimo e quanto consente anche piccoli doni. Ma in parallelo spazi enormi: l’elettronica, le griffe, l’abbigliamento pronto a rispondere anche al freddo arrivato per una volta puntuale.

Le vetrine riprendono il centro della scena. Anche se ieri eravamo lontani dal classico assalto di mille vigilie di Natale. Come se le famose lancette avessero rovesciato un po’ tutto. Intanto il mondo dei banchi non arretra. Oggi sarà una giornata campale. Perché in via Giotto si svolgerà l’edizione anticipata del mercato del sabato, che permette agli ambulanti di non perdere un buon incasso. In piazza Grande riparte il mercatino tirolese. Il cuore della città di Natale si concede altre tre uscite: la vigilia, per l’appunto, il pomeriggio di Natale e un Santo Stefano dopo il quale rifare le valigie. Il suo è un bilancio tutto d’oro, specie per chi nella propria terra ha visto i mercatini stringersi come golfini sotto la pioggia. Ma non esce da solo.

Mercatini e banchi aperti al Prato, l’altro polmone della Città di Natale. Artigiani mobilitati nel chiostro della biblioteca, per uno degli eventi rivelazione di questa stagione. E il mercatino di San Jacopo e Risorgimento, l’angolo della tradizione aretina, e che in queste ore vede lievitare le presenze, meno "distratte" dai banchi del grande nord. E perfino il mercato agreste sotto i Portici, aperto fino a stasera in una no stop senza precedenti.

Dalla prossima settimana la Città di Natale cambia pelle. Piazza Grande torna alla Fiera, al Prato i simulatori di auto prenderanno il posto della Lego, altri eventi si affacceranno sulla scena. Obiettivo? Mantenere la tensione ancora alta fino al 6, anzi al 9 gennaio. Raschiando fino in fondo il barile di una festa senza precedenti.